Page 358 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che non ci è altro modo né altra via da potere volgerla che questa ch'io
ragiono". E riscaldato nel dire, quanto e' cercava facilitare il concetto suo,
acciò che eglino lo intendessino e credessino, tanto veniva proponendo più
dubbii che gli faceva meno credere e tenerlo una bestia et una cicala.
Laonde, licenziatolo parecchie volte, et alla fine non volendo partire, fu
portato di peso dai donzelli loro fuori dell'udienza, tenendolo del tutto
pazzo. Il quale scorno fu cagione che Filippo ebbe a dire poi che non ardiva
passare per luogo alcuno della città, temendo non fusse detto: "Vedi colà
quel pazzo". Restati i Consoli nell'udienza confusi, e dai modi de' primi
maestri, difficili, e da l'ultimo di Filippo, a loro sciocco, parendo loro come
e' confondesse quell'opera con due cose: l'una era il farla doppia, che
sarebbe stato pur grandissimo e sconcio peso; l'altra il farla senza
armadura. Da l'altra parte Filippo, che tanti anni aveva speso nelli studii
per avere questa opera, non sapeva che si fare e fu tentato partirsi di
Fiorenza più volte. Pure volendo vincere gli bisognava armarsi di pazienza,
avendo egli tanto di vedere, che conosceva i cervelli di quella città non
stare molto fermi in un proposito. Averebbe potuto mostrare Filippo un
modello piccolo che aveva fatto; ma non volle mostrarlo, avendo
conosciuto la poca intelligenza de' Consoli, l'invidia degli artefici e la poca
stabilità de' cittadini che favorivano chi l'uno e chi l'altro, secondo che più
piaceva a ciascuno; et io non me ne maraviglio, facendo in quella città
professione ognuno di sapere in questo quanto i maestri esercitati fanno,
come che pochi siano quelli che veramente intendono: e ciò sia detto con
pace di coloro che sanno. Quello, dunque, che Filippo non aveva potuto
fare nel magistrato, cominciò a trattar in disparte, favellando or' a questo
Consolo ora a quello Operaio, e similmente a molti cittadini, mostrando
parte del suo disegno, gli ridusse che si deliberarono a fare allogazione di
questa opera o a lui o a uno di que' forestieri. Per la qual cosa, inanimiti i
Consoli e gli Operai e que' cittadini, si ragunarono tutti insieme, e gli
architetti disputarono di questa materia; ma furon, con ragioni assai, tutti
abbattuti e vinti da Filippo; dove si dice che nacque la disputa dell'uovo in
questa forma: eglino arebbono voluto che Filippo avesse detto l'animo suo
minutamente e mostro il suo modello, come avevano mostro essi il loro; il
che non volle fare, ma propose questo a' maestri e forestieri e terrazzani,
che chi fermasse in sur un marmo piano un uovo ritto, quello facesse la
cupola, che quivi si vedrebbe l'ingegno loro. Tolto dunque un uovo, tutti qu'
maestri si provarono per farlo star ritto, ma nessuno trovò il modo. Onde,
essendo detto a Filippo ch'e' lo fermasse, egli con grazia lo prese e datoli
un colpo del culo in sul piano del marmo, lo fece star ritto. Rumoreggiando
gl'artefici che similmente arebbono saputo fare essi, rispose loro Filippo
ridendo che gli arebbono ancora saputo voltare la cupola, vedendo il