Page 391 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI MICHELOZZO MICHELOZZI PITTORE SCULTORE ET
ARCHITETTO FIORENTINO
Se chiunche in questo mondo vive, credesse d'avere a vivere quando non si
può più operare, non si condurrebbono molti a mendicare nella loro
vecchiezza quello che senza risparmio alcuno consumarono in gioventù,
quando i copiosi e larghi guadagni, acecando il vero discorso, gli facevano
spendere oltre il bisogno, e molto più che non conveniva. Imperò che,
atteso quanto mal volentieri è veduto chi da molto è venuto al poco, deve
ognuno ingegnarsi onestamente però e con la via del mezzo di non avere
in vecchiezza a mendicare. E chi farà come Michelozzo, il quale in questo
non imitò Donato suo maestro, ma sì bene nelle virtù, viverà onoratamente
tutto il tempo di sua vita e non averà bisogno negl'ultimi anni d'andarsi
procacciando miseramente il vivere.
Attese dunque Michelozzo nella sua giovinezza con Donatello alla scultura
et ancora al disegno; e quantunque gli si dimostrasse difficile, s'andò
sempre nondimeno aiutando con la terra, con la cera e col marmo, di
maniera che nell'opre che egli fece poi, mostrò sempre ingegno e gran
virtù. Ma in una avanzò molti e se stesso, cioè che dopo il Brunellesco fu
tenuto il più ordinato architettore de' tempi suoi, e quello che più
agiatamente dispensasse et accomodasse l'abitazioni de' palazzi, conventi
e case, e quello che con più giudizio le ordinasse meglio, come a suo luogo
diremo. Di costui si valse Donatello molti anni, perché aveva gran pratica
nel lavorare di marmo e nelle cose de' getti di bronzo; come ne fa fede in
S. Giovanni di Fiorenza nella sepoltura che fu fatta, come si disse, da
Donatello per papa Giovanni Coscia, perché la maggior parte fu condotta
da lui, e vi si vede ancora di sua mano una statua di braccia due e mezzo,
d'una Fede che v'è di marmo molto bella, in compagnia d'una Speranza e
Carità fatta da Donatello della medesima grandezza, che non perde da
quelle. Fece ancora Michelozzo sopra alla porta della sagrestia et Opera
dirimpetto a S. Giovanni, un San Giovannino di tondo rilievo lavorato con
diligenza; il qual fu lodato assai. Fu Michelozzo tanto familiare di Cosimo
de' Medici, che conosciuto l'ingegno suo, gli fece fare il modello della casa
e palazzo che è sul canto di via Larga, di costa a S. Giovannino, parendogli
che quello che aveva fatto (come si disse) Filippo di ser Brunellesco fusse
troppo sontuoso e magnifico e da recargli fra i suoi cittadini piuttosto
invidia che grandezza o ornamento alla città o comodo a sé; per il che