Page 393 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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colonne in quel modo che oggi stanno; avendo fatto prima una travata
spessa di puntelli e di legni grossi per lo ritto, che reggevano le centine
degli archi fatti di pancone di noce, per le vòlte che venivano del pari a
reggere unitamente il peso che prima sostenevano le colonne; et a poco a

poco cavate quelle che erano in pezzi mal commessi, rimesse di nuovo
l'altre di pezzi, lavorate con diligenza; in modo che non patì la fabbrica
cosa alcuna né mai ha mosso un pelo; e perché si riconoscessino le sue
colonne dall'altre, ne fece alcune a otto facce, in su' canti con capitelli che

hanno intagliato le foglie alla foggia moderna, et altre tonde, le quali molto
bene si riconoscano dalle vecchie che già vi fece Arnolfo.

Dopo, per consiglio di Michelozzo, da chi governava allora la città fu
ordinato che si dovesse ancora, sopra gl'archi di quelle colonne, scaricare
et alleggerire il peso di quelle mura che vi erano, e rifar di nuovo tutto il
cortile dagli archi in su, con ordine di finestre alla moderna, simili a quelle

che per Cosimo aveva fatto nel cortile del palazzo de' Medici; e che si
sgraffisse a bozzi per le mura, per mettervi que' gigli d'oro che ancora vi si
veggono al presente, il che tutto fece far Michelozzo con prestezza,
facendo al dritto delle finestre di detto cortile nel secondo ordine, alcuni

tondi che variassino dalle finestre su dette, per dar lume alle stanze di
mezzo, che son sopra alle prime, dov'è oggi la sala de' Dugento. Il terzo
piano poi, dove abitavano i signori e il gonfaloniere, fece più ornato,
spartendo in fila dalla parte di verso S. Piero Scaraggio, alcune camere per

i signori che prima dormivano tutti insieme in una medesima stanza, le
quali camere furono otto per i signori et una maggiore per il gonfaloniere,
che tutte rispondevano in un andito che aveva le finestre sopra il cortile. E
di sopra fece un altro ordine di stanze commode per la famiglia del

palazzo, in una delle quali, dove è oggi la depositeria, è ritratto ginocchioni
dinanzi a una Nostra Donna, Carlo, figliuolo del re Ruberto, duca di
Calavria, di mano di Giotto. Vi fece similmente le camere de' donzelli,
tavolaccini, trombetti, musici, pifferi, mazzieri, comandatori et araldi, e

tutte l'altre stanze che a un così fatto palazzo si richieggono. Ordinò anco
in cima del ballatoio una cornice di pietre, che girava intorno al cortile; et
appresso a quella una conserva d'acqua che si ragunava quando pioveva,
per far gittar fonti posticce a certi tempi. Fece far ancora Michelozzo

l'acconcime della cappella dove s'ode la messa, et appresso a quella molte
stanze e palchi ricchissimi, dipinti a gigli d'oro in campo azzurro. Et alle
stanze di sopra e di sotto di quel palazzo fece fare altri palchi e ricoprire
tutti i vecchi che vi erano stati fatti inanzi all'antica. Et insomma gli diede

tutta quella perfezzione che a tanta fabrica si conveniva; e l'acque de' pozzi
fece, che si conducevano insino sopra l'ultimo piano e che con una ruota si
attignevano più agevolmente che non si fa per l'ordinario. A una cosa sola
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