Page 432 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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disegno in Roma, si era prima ritirato in Palermo e quivi lavorato molti
anni, et in ultimo a Messina sua patria, dove aveva con l'opere confirmata
la buona openione che aveva il paese suo della virtù che aveva di
benissimo dipignere. Costui dunque, andando una volta per sue bisogne di

Sicilia a Napoli, intese che al detto re Alfonso era venuta di Fiandra la
sopra detta tavola di mano di Giovanni da Bruggia, dipinta a olio, per sì
fatta maniera che si poteva lavare, reggeva ad ogni percossa et aveva in
sé tutta perfezzione; per che, fatta opera di vederla, ebbono tanta forza in

lui la vivacità de' colori e la bellezza et unione di quel dipinto, che, messo
da parte ogni altro negozio e pensiero, se n'andò in Fiandra. Et in Bruggia
pervenuto prese dimestichezza grandissima col detto Giovanni, facendogli
presente di molti disegni alla maniera italiana e d'altre cose; talmente che

per questo, per l'osservanza d'Antonello e per trovarsi esso Giovanni già
vecchio, si contentò che Antonello vedesse l'ordine del suo colorire a olio;
onde egli non si partì di quel luogo che ebbe benissimo appreso quel modo
di colorire, che tanto disiderava. Né dopo molto, essendo Giovanni morto,

Antonello se ne tornò di Fiandra per riveder la sua patria, e per far l'Italia
partecipe di così utile, bello e commodo segreto. E stato pochi mesi a
Messina, se n'andò a Vinezia dove, per essere persona molto dedita a'
piaceri e tutta venerea, si risolvé abitar sempre, e quivi finire la sua vita

dove aveva trovato un modo di vivere a punto secondo il suo gusto. Per
che messo mano a lavorare, vi fece molti quadri a olio, secondo che in
Fiandra aveva imparato, che sono sparsi per le case de' gentiluomini di
quella città, i quali per la novità di quel lavoro vi furono stimati assai. Molti

ancora ne fece, che furono mandati in diversi luoghi; alla fine, avendosi
egli quivi acquistato fama e gran nome, gli fu fatta allogazione d'una tavola
che andava in S. Cassano, parrocchia di quella città, la qual tavola fu da
Antonello con ogni suo saper e senza risparmio di tempo, lavorata. E finita,

per la novità di quel colorire e per la bellezza delle figure, avendole fatte
con buon disegno, fu comendata molto e tenuta in pregio grandissimo; et
inteso poi il nuovo segreto, che egli aveva in quella città, di Fiandra
portato, fu sempre amato e carezzato da que' magnifici gentiluomini,

quanto durò la sua vita.
Fra i pittori che allora erano in credito in Vinezia era tenuto molto

eccellente un maestro Domenico. Costui, arrivato Antonello in Venezia, gli
fece tutte quelle carezze e cortesie che maggiori si possono fare a un
carissimo e dolce amico, per lo che Antonello, che non volle esser vinto di
cortesia da maestro Domenico, dopo non molti mesi gl'insegnò il secreto e

modo di colorire a olio. Della qual cortesia et amorevolezza straordinaria,
niun'altra gli sarebbe potuta esser più cara, e certo a ragione, poiché per
quella, sì come imaginato si era, fu poi sempre nella patria molto onorato.
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