Page 495 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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messo mano alla parte che gli toccava, fece a canto all'ultima storia di
Gentile, Ottone sopra detto, che si offerisce al papa et a' viniziani d'andare
a procurare la pace fra loro e Federigo suo padre, e che ottenutola si parte,
licenziato in sulla fede. In questa prima parte, oltre all'altre cose, che tutte

sono degne di considerazione, dipinse il Vivarino con bella prospettiva un
tempio aperto con scalee e molti personaggi; e dinanzi al papa, che è in
sedia circondato da molti senatori, è il detto Ottone in ginocchioni, che
giurando obliga la sua fede. Acanto a questa fece Ottone arrivato dinanzi al

padre che lo riceve lietamente, et una prospettiva di casamenti bellissima,
Barbarossa in sedia et il figliuolo ginocchioni che gli tocca la mano,
accompagnato da molti gentiluomini viniziani ritratti di naturale, tanto
bene che si vede che egli imitava molto bene la natura. Averebbe il povero

Vivarino con suo molto onore seguitato il rimanente della sua parte; ma
essendosi, come piacque a Dio, per la fatica e per essere di mala
complessione, morto, non andò più oltre. Anzi, perché neanco questo che
aveva fatto aveva la sua perfezzione, bisognò che Giovan Bellini in alcuni

luoghi lo ritoccasse.
Aveva in tanto egli ancora dato principio a quattro istorie, che

ordinatamente seguitano le sopra dette. Nella prima fece il detto papa in
S. Marco, ritraendo la detta chiesa come stava apunto, il quale porge a
Federigo Barbarossa a basciare il piede. Ma quale si fusse la cagione,
questa prima storia di Giovanni fu ridotta molto più vivace e senza

comparazione migliore, dall'eccellentissimo Tiziano. Ma seguitando
Giovanni le sue storie, fece nell'altra il papa che dice messa in S. Marco, e
che poi in mezzo del detto imperatore e del doge concede plenaria e
perpetua indulgenzia a chi visita in certi tempi la detta chiesa di S. Marco,

e particolarmente per l'Ascensione del Signore. Vi ritrasse il didentro di
detta chiesa et il detto papa in sulle scalee, che escono di coro, in
pontificale e circondato da molti cardinali e gentiluomini; i quali tutti fanno
questa una copiosa, ricca e bella storia. Nell'altra, che è disotto a questa, si

vede il papa in roccetto, che al doge dona un'ombrella dopo averne data
un'altra all'imperatore e serbatone due per sé. Nell'ultima che vi dipinse
Giovanni, si vede papa Alessandro, l'imperatore et il doge giugnere a
Roma, dove fuor della porta gli è presentato dal clero e dal popolo romano

otto stendardi di varii colori et otto trombe d'argento, le quali egli dona al
doge; acciò l'abbia per insegna egli et i sucessori suoi. Qui ritrasse
Giovanni Roma in prospettiva alquanto lontana, gran numero di cavalli,
infiniti pedoni, molte bandiere et altri segni d'allegrezza sopra Castel

Sant'Agnolo. E perché piacquero infinitamente queste opere di Giovanni,
che sono veramente bellissime, si dava a punto ordine di fargli fare tutto il
restante di quella sala, quando si morì, essendo già vecchio.
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