Page 503 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DEL CECCA INGEGNERE FIORENTINO



Se la necessità non avesse sforzati gl'uomini ad essere ingegnosi per la
utilità e comodo proprio, non sarebbe l'architettura divenuta sì eccellente e
maravigliosa nelle menti e nelle opere di coloro che per acquistarsi et utile

e fama, si sono esercitati in quella con tanto onore, quanto giornalmente si
rende loro da chi conosce il buono. Questa necessità primeramente indusse
le fabbriche, questa gli ornamenti di quella, questa gli ordini, le statue, i

giardini, i bagni e tutte quelle altre comodità suntuose, che ciascuno brama
e pochi posseggono; questa nelle menti degl'uomini ha eccitato la gara e le
concorrenzie non solamente degli edifizii, ma delle comodità di quegli; per
il che sono stati forzati gl'artefici a divenire industriosi negli ordini de' tirari,
nelle machine da guerra, negli edifizii da acque et in tutte quelle

avvertenzie et accorgimenti, che sotto nome di ingegni e di architetture,
disordinando gli adversarii et accomodando gli amici, fanno e bello comodo
il mondo. E qualunche sopra gli altri ha saputo fare queste cose, oltra lo

essere uscito d'ogni sua noia, sommamente è stato lodato e pregiato da
tutti gl'altri; come al tempo de' padri nostri fu il Cecca fiorentino al quale
ne' dì suoi vennero in mano molte cose e molto onorate; et in quelle si
portò egli tanto bene nel servigio della patria sua, operando con risparmio
e sodisfazzione e grazia de' suoi cittadini, che le ingegnose et industriose

fatiche sue lo hanno fatto famoso e chiaro fra gl'altri egregi e lodati
artefici.

Dicesi che il Cecca fu nella sua giovinezza legnaiuolo bonissimo; e perché
egli aveva applicato tutto lo intento suo a cercare di sapere le difficultà
degli ingegni: come si può condurre ne' campi de' soldati machine da
muraglie, scale da salire nelle città, arieti da rompere le mura, difese da

riparare i soldati per combattere, et ogni cosa che nuocere potesse agli
inimici, e quelle che a' suoi amici potessero giovar, essendo egli persona di
grandissima utilità alla patria sua, meritò che la Signoria di Fiorenza gli

desse provisione continua. Per il che, quando non si combatteva, andava
per il dominio rivedendo le fortezze e le mura delle città e castelli ch'erano
debili, et a quelli dava il modo de' ripari e d'ogni altra cosa che bisognava.
Dicesi che le nuvole che andavano in Fiorenza, per la festa di S. Giovanni a
processione, cosa certo ingegnosissima e bella, furono invenzione del

Cecca, il quale, allora che la città usava di fare assai feste, era molto in
simili cose adoperato. E nel vero, come che oggi si siano cotali feste e
rappresentazioni quasi del tutto dismesse, erano spettacoli molto belli, e

se ne faceva non pure nelle Compagnie o vero Fraternite, ma ancora nelle
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