Page 504 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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case private de' gentiluomini, i quali usavano di far certe brigate e
compagnie, et a certi tempi trovarsi allegramente insieme; e fra essi
sempre erano molti artefici galantuomini che servivano, oltre all'essere
capricciosi e piacevoli, a far gl'apparati di cotali feste. Ma fra l'altre, quattro
solennissime e publiche si facevano quasi ogni anno, cioè una per ciascun
quartiere, eccetto S. Giovanni per la festa del quale si faceva una
solennissima processione, come si dirà: Santa Maria Novella quella di
Santo Ignazio, Santa Croce quella di S. Bartolomeo detto S. Baccio, S.
Spirito quella dello Spirito Santo et il Carmine quella dell'Ascensione del
Signore e quella dell'Assunzione di Nostra Donna. La quale festa
dell'Ascensione, perché dell'altre d'importanza si è ragionato o si ragionerà,
era bellissima; conciò fusse che Cristo era levato di sopra un monte
benissimo fatto di legname, da una nuvola piena d'Angeli e portato in un
cielo, lasciando gl'Apostoli in sul monte, tanto ben fatto che era una
maraviglia, e massimamente essendo alquanto maggiore il detto cielo che
quello di S. Felice in Piazza, ma quasi con i medesimi ingegni. E perché la
detta chiesa del Carmine, dove questa rappresentazione si faceva, è più
larga assai e più alta che quella di S. Felice, oltre quella parte che riceveva
il Cristo, si accommodava alcuna volta, secondo che pareva, un altro cielo
sopra la tribuna maggiore, nel quale alcune ruote grandi fatte a guisa
d'arcolai, che dal centro alla superficie movevano con bellissimo ordine
dieci giri per i dieci cieli, erano tutti pieni di lumicini rapresentanti le stelle,
accommodati in lucernine di rame, con una schiodatura che sempre che la
ruota girava, restavano in piombo, nella maniera che certe lanterne fanno,
che oggi si usano comunemente da ognuno. Di questo cielo, che era
veramente cosa bellissima, uscivano due canapi grossi tirati dal ponte o
vero tramezzo che è in detta chiesa, sopra il quale si faceva la festa; ai
quali erano infunate per ciascun capo d'una braca, come si dice, due
piccole taglie di bronzo, che reggevano un ferro ritto nella base d'un piano,
sopra il quale stavano due angeli legati nella cintola, che, ritti, venivano
contrapesati da un piombo che avevano sotto i piedi et un altro che era
nella basa del piano di sotto dove posavano, il quale anco gli faceva venire
parimente uniti. Et il tutto era coperto da molta e ben acconcia bambagia
che faceva nuvola, piena di cherubini, serafini et altri angeli così fatti di
diversi colori e molto bene accomodati. Questi, allentandosi un canapetto
di sopra nel cielo, venivano giù per i due maggiori in sul detto tramezzo
dove si recitava la festa, et annunziato a Cristo il suo dover salir in cielo, o
fatto altro uffizio, perché il ferro dov'erano legati in cintola era fermo nel
piano dove posavan i piedi, e' si giravan intorno intorno; quando erano
usciti e quando ritornavano, potevan far reverenza e voltarsi secondo che
bisognava, onde nel tornar in su si voltava verso il cielo, e dopo erano per