Page 506 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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accomodava una mandorla, dentro la quale, che era tutta coperta di
bambagia, di cherubini e di lumi et altri ornamenti, era in un ferro al
traverso, posta a sedere o ritta, secondo che altri voleva, una persona che
rappresentava quel Santo, il quale principalmente da quella compagnia,

come proprio avvocato e protettore si onorava; o vero un Cristo, una
Madonna, un S. Giovanni o altro; i panni della quale figura coprivano il
ferro in modo che non si vedeva. A questo medesimo stile erano
accommodati ferri, che girando più bassi e sotto la mandorla, facevano

quattro o più o meno rami, simili a quelli d'un albero, che negl'estremi con
simili ferri aveva per ciascuno un piccolo fanciullo vestito da Angiolo. E
questi, secondo che volevano, giravano in sul ferro dove posavano i piedi,
che era gangherato. E di così fatti rami si facevano talvolta due o tre ordini

d'Angeli o di Santi; secondo che quello era che si aveva a rappresentare. E
tutta questa machina e lo stile et i ferri che tallora faceva un giglio, tallora
un albero e spesso una nuvola o altra cosa simile, si copriva di bambagia e,
come si è detto, di cherubini, serafini, stelle d'oro et altri cotali ornamenti.

E dentro erano facchini o villani, che la portavano sopra le spalle, i quali si
mettevano intorno intorno a quella tavola, che noi abbiam chiamato telaio,
nella quale erano confitti, sotto dove il peso posava sopra le spalle loro,
guanciali di cuoio, pieni o di piuma o di bambagia o d'altra cosa simile, che

acconsentisse e fusse morbida. E tutti gl'ingegni e le salite et altre cose
erano coperte come si è detto di sopra con bambagia, che faceva bel
vedere, e si chiamavano tutte queste machine, nuvole; dietro venivano
loro cavalcate d'uomini e di sergenti a piedi in varie sorti, secondo la storia

che si rappresentava, nella maniera che oggi vanno dietro a' carri o altro
che si faccia, in cambio delle dette nuvole; della maniera delle quali ne ho,
nel nostro libro de' disegni, alcune di mano del Cecca molto ben fatte et
ingegnose veramente e piene di belle considerazioni. Con l'invenzione del

medesimo si facevano alcuni Santi, che andavano o erano portati a
processione, o morti o in varii modi tormentati: alcuni parevano passati da
una lancia o da una spada; altri aveva un pugnale nella gola et altri altre
cose simili per la persona. Del qual modo di fare, perché oggi è notissimo,

che si fa con spada, lancia o pugnale rotto, che con un cerchietto di ferro
sia da ciascuna parte tenuto stretto e di riscontro, levatone a misura quella
parte che ha da parere fitta nella persona del ferito, non ne dirò altro.
Basta che per lo più si truova che furono invenzione del Cecca.

I giganti similmente, che in detta festa andavano attorno, si facevano a
questo modo: alcuni molto pratichi nell'andar in sui trampoli, o come si

dice altrove in sulle zanche, ne facevano fare di quelli che erano alti cinque
e sei braccia da terra, e fasciategli et acconcigli in modo, con maschere
grandi et altri abbigliamenti di panni o d'arme finte che avevano membra e
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