Page 515 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GHERARDO MINIATORE FIORENTINO



Veramente che di tutte le cose perpetue che si fanno con colori nessuna
più resta alle percosse de' venti e dell'acque, che il musaico; e ben lo
conobbe in Fiorenza ne' tempi suoi Lorenzo Vecchio de' Medici, il quale

come persona di spirito e speculatore delle memorie antiche, cercò di
rimettere in uso quello che molti anni era stato nascoso; e perché
grandemente si dilettava delle pitture e delle sculture, non potette anco

non dilettarsi del musaico. Laonde, veggendo che Gherardo allora
miniatore e cervello soffistico cercava le difficultà di tal magistero, come
persona che sempre aiutò quelle persone in chi vedeva qualche seme e
principio di spirito e d'ingegno, lo favorì grandemente; onde, messolo in
compagnia di Domenico del Ghirlandaio, gli fece fare dagl'Operai di S.

Maria del Fiore, allogazione delle cappelle delle crociere, e per la prima di
quella del Sagramento, dove è il corpo di S. Zanobi. Per lo ché Gherardo
assottigliando l'ingegno arebbe fatto con Domenico mirabilissime cose se

la morte non vi si fusse interposta, come si può giudicare dal principio della
detta cappella che rimase imperfetta.
Fu Gherardo oltre al musaico gentilissimo miniatore e fece anco figure

grandi in muro: e fuor della porta alla Croce è in fresco un tabernacolo di
sua mano, et un altro n'è in Fiorenza a sommo della via Larga molto
lodato, e nella facciata della chiesa di S. Gilio a S. Maria Nuova dipinse

sotto le storie di Lorenzo di Bicci, dove è la consegrazione di quella chiesa
fatta da papa Martino Quinto, quando il medesimo Papa dà l'abito allo
spedalingo e molti privilegii; nella quale storia erano molto meno figure di
quello che pareva ch'ella richiedesse, per essere tramezzate da un
tabernacolo dentro al quale era una Nostra Donna che ultimamente è stata

levata da don Isidoro Montaguto, moderno spedalingo di quel luogo, per
rifarvi una porta principale della casa, e statovi fatto ridipignere da
Francesco Brini, pittore fiorentino giovane, il restante di quella storia. Ma

per tornare a Gherardo, non sarebbe quasi stato possibile che un maestro
ben pratico avesse fatto, se non con molta fatica e diligenza, quello che
egli fece in quell'opera, benissimo lavorata in fresco. Nel medesimo
spedale miniò Gherardo, per la chiesa, una infinità di libri, et alcuni per S.
Maria del Fiore di Fiorenza; et alcuni altri per Matia Corvino, re di Ungheria;

i quali, sopravvenuta la morte del detto re, insieme con altri di mano di
Vante e di altri maestri che per il detto re lavoravono in Fiorenza, furono
pagati e presi dal Magnifico Lorenzo de' Medici e posti nel numero di quelli

tanto nominati che preparavano per far la libraria, e poi da papa Clemente
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