Page 520 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Batista e due della Nostra Donna; le quali veramente gli furono allora
molto lodate. E provò Francesco tanta dolcezza nella pratica di Domenico,
che tornandosene quello a Fiorenza con onore e con danari, lo raccomandò
per lettere a Giovanni suo parente, scrivendoli quanto e' lo avesse servito
bene in quell'opera e quanto il papa fusse satisfatto de le sue pitture. Le
quali cose udendo Giovanni, cominciò a disegnare di metterlo in qualche
lavoro magnifico da onorare la memoria di se medesimo e da arrecare a
Domenico fama e guadagno. Era per avventura in S. Maria Novella,
convento de' frati predicatori, la cappella maggiore dipinta già da Andrea
Orgagna; la quale, per essere stato mal coperto il tetto della volta, era in
più parti guasta da l'acqua, per il che già molti cittadini l'avevano voluta
rassettare, o vero dipignierla di nuovo; ma i padroni, che erano quelli della
famiglia de' Ricci, non se n'erano mai contentati, non potendo essi far tanta
spesa, né volendosi risolvere a concederla ad altri che la facesse, per non
perdere la iuridizione del padronato et il segno dell'arme loro lasciatagli dai
loro antichi. Giovanni adunque, desideroso che Domenico gli facesse
questa memoria, si misse intorno a questa pratica tentando diverse vie. Et
in ultimo promisse a' Ricci far tutta quella spesa egli e che gli
ricompenserebbe in qualcosa, e farebbe metter l'arme loro nel più evidente
et onorato luogo che fusse in quella cappella; e così rimasi d'accordo e
fattene contratto et instrumento molto stretto del tenore ragionato di
sopra, logò Giovanni a Domenico questa opera, con le storie medesime che
erano dipinte prima; e feciono che il prezzo fusse ducati milledugento d'oro
larghi; et in caso che l'opera gli piacesse fussino dugento più. Per il che
Domenico mise man all'opera; né restò che egli in quattro anni l'ebbe
finita; il che fu nel MCCCCLXXXV, con grandissima satisfazione e contento
di esso Giovanni. Il quale chiamandosi servito, e confessando
ingenuamente che Domenico aveva guadagnati i dugento ducati del più,
disse che arebbe piacere che e' si contentasse del primo pregio; e
Domenico, che molto più stimava la gloria e l'onore che le ricchezze, gli
largì subito tutto il restante, affermando che aveva molto più caro lo
avergli satisfatto che lo essere contento del pagamento. Appresso Giovanni
fece fare due armi grandi di pietra, l'una de' Tornaquinci, l'altra de'
Tornabuoni, e metterle ne' pilastri fuori d'essa cappella, e nell'arco altre
arme di detta famiglia, divisa in più nomi e più arme, cioè, oltre alle due
dette, Giachinotti, Popoleschi, Marabotini e Cardinali. E quando poi
Domenico fece la tavola dello altare, nello ornamento dorato, sotto un arco
ch'è per fine di quella tavola fece mettere il tabernacolo del Sacramento,
bellissimo; e nel frontispizio di quello fece uno scudicciuolo d'un quarto di
braccio, dentrovi l'arme de' padron detti, cioè de' Ricci. Et il bello fu allo
scoprire della cappella, perché questi cercarono con gran romore de l'arme