Page 525 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mano del medesimo in un quadro, S. Rocco e S. Bastiano, il quale fu
donato a que' padri da non so chi de' Medici, onde essi vi hanno perciò
aggiunte l'arme di papa Leone Decimo. Dicono che ritraendo anticaglie di
Roma, archi, terme, colonne, colisei, aguglie, amfiteatri et acquidotti, era sì
giusto nel disegno che le faceva a occhio, senza regolo o seste e misure; e
misurandole da poi fatte che l'aveva, erano giustissime come se e' le
avesse misurate. E ritraendo a occhio il Coliseo, vi fece una figura ritta
appiè, che misurando quella tutto l'edificio si misurava; e fattone
esperienza da' maestri dopo la morte sua, si ritrovò giustissimo. Fece a S.
Maria Nuova nel Cimiterio, sopra una porta un S. Michele in fresco armato,
bellissimo con riverberazione d'armature poco usate inanzi a lui; et alla
Badia di Passignano, luogo de' monaci di Vall'Ombrosa, lavorò in
compagnia di David suo fratello e di Bastiano da S. Gimignano, alcune
cose; dove, trattandoli i monaci male del vivere, inanzi la venuta di
Domenico si richiamarono all'abate, pregandolo che meglio servire li
facesse, non essendo onesto che come manovali fussero trattati. Promise
loro l'abate di farlo e scusossi che questo più avveniva per ignoranza de'
foresterai che per malizia. Venne Domenico e tuttavia si continuò nel
medesimo modo, per il che David trovando un'altra volta lo abate, si scusò
dicendo che non faceva questo per conto suo, ma per li meriti e per la virtù
del suo fratello; ma lo abate, come ignorante ch'egli era, altra risposta non
fece. La sera dunque postisi a cena, venne il forestario con una asse piena
di scodelle e tortacce da manigoldi, pur nel solito modo che l'altre volte si
faceva, onde David salito in collera rivoltò le minestre addosso al frate, e
preso il pane ch'era su la tavola et aventandoglielo, lo percosse di modo
che mal vivo a la cella ne fu portato. Lo abate che già era a letto, levatosi
e corso al rumor, credette che 'l monistero rovinasse; e trovando il frate
mal concio cominciò a contendere con David; per il che infuriato, David gli
rispose che si gli togliesse dinanzi che valeva più la virtù di Domenico che
quanti abati porci suoi pari furon mai in quel monistero; laonde lo abate
riconosciutosi, da quell'ora inanzi s'ingegnò di trattargli da valenti uomini
come egl'erano. Finita l'opera tornò a Fiorenza, et al signor di Carpi dipinse
una tavola; un'altra ne mandò a Rimino al signor Carlo Malatesta, che la
fece porre nella sua cappella in S. Domenico. Questa tavola fu a tempera,
con tre figure bellissime e con istoriette di sotto; e dietro figure di bronzo,
finte con disegno et arte grandissima. Due altre tavole fece nella Badia di
S. Giusto fuor di Volterra dell'Ordine di Camaldoli; le quali tavole che sono
belle affatto, gli fece fare il Magnifico Lorenzo de' Medici; perciò che allora
aveva quella Badia in comenda Giovanni cardinale de' Medici, suo figliuolo,
che fu poi Papa Leone. La qual Badia pochi anni sono, ha restituita il molto
reverendo Messere Giovanbattista Bava da Volterra, che similmente l'aveva