Page 530 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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particolarmente vi fece in sul muro a olio, il che aveva imparato da Andrea
del Castagno, nelle quadrature degl'angoli sotto l'architrave, dove girano i
mezzi tondi degl'archi, alcuni Profeti; et in un mezzo tondo una Nunziata
con tre figure. Et a' capitani di parte dipinse, in un mezzo tondo, una
Nostra Donna col Figliuolo in collo et un fregio di Serafini intorno, pur
lavorato a olio. Dipinsero ancora in S. Michele in Orto, in un pilastro in tela
a olio, un Angelo Raffaello con Tobia; e fecero nella Mercatanzia di
Fiorenza alcune virtù, in quello stesso luogo dove siede, pro tribunali, il
magistrato di quella. Ritrasse di naturale Messer Poggio, segretario della
Signoria di Fiorenza, che scrisse l'istoria fiorentina dopo Messer Lionardo
d'Arezzo, e Messer Giannozzo Manetti, persona dotta e stimata assai, nel
medesimo luogo dove da altri maestri assai prima erano ritratti Zanobi da
Strada, poeta fiorentino, Donato Acciaiuoli et altri. Nel Proconsolo e nella
cappella de' Pucci a S. Sebastiano de' Servi, fece la tavola dell'altare che è
cosa eccellente e rara, dove sono cavalli mirabili, ignudi e figure bellissime
in iscorto, et il S. Sebastiano stesso ritratto dal vivo, cioè da Gino di
Lodovico Capponi e fu quest'opera la più lodata che Antonio facesse già
mai. Conciò sia che per andare egli imitando la natura il più che e' poteva,
fece in uno di que' saettatori, che appoggiatasi la balestra al petto si china
a terra per caricarla, tutta quella forza che può porre un forte di braccia in
caricare quell'instrumento; imperò che e' si conosce in lui il gonfiare delle
vene e de' muscoli et il ritenere del fiato, per fare più forza. E non è questo
solo ad essere condotto con avvertenza, ma tutti gl'altri ancora, con
diverse attitudini, assai chiaramente dimostrano l'ingegno e la
considerazione, che egli aveva posto in questa opera, la qual fu
certamente conosciuta da Antonio Pucci, che gli donò per questo trecento
scudi, affermando che non gli pagava appena i colori, e fu finita l'anno
1475. Crebbeli dunque da questo l'animo et a San Miniato, fra le torri, fuor
della porta, dipinse un S. Cristofano di dieci braccia, cosa molto bella e
modernamente lavorata, e di quella grandezza fu la più proporzionata
figura che fusse stata fatta fino a quel tempo. Poi fece in tela un Crucifisso
con S. Antonino, il quale è posto alla sua cappella in S. Marco. In palazzo
della Signoria di Fiorenza lavorò alla porta della catena un S. Giovanni
Battista; et in casa Medici dipinse a Lorenzo Vecchio tre Ercoli in tre quadri,
che sono di cinque braccia, l'uno de' quali scoppia Anteo, figura bellissima,
nella quale propriamente si vede la forza d'Ercole nello strignere, che i
muscoli della figura et i nervi di quella sono tutti raccolti per far crepare
Anteo: e nella testa di esso Ercole si conosce il digrignare de' denti,
accordato in maniera con l'altre parti, che fino a le dita de' piedi s'alzano
per la forza; né usò punto minore avvertenza in Anteo, che stretto dalle
braccia d'Ercole, si vede mancare e perdere ogni vigore, et a bocca aperta