Page 528 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 528









VITA D'ANTONIO E PIERO POLLAIUOLI PITTORI E SCULTORI
FIORENTINI



Molti di animo vile cominciano cose basse, a' quali crescendo poi l'animo
con la virtù, cresce ancora la forza et il valore; di maniera che, salendo a

maggiori imprese, aggiungono vicino al cielo co' bellissimi pensier loro; et
inalzati dalla fortuna, si abbattono bene spesso in un principe buono, che
trovandosene ben servito, è forzato remunerare in modo le loro fatiche che
i posteri di quegli ne sentino largamente et utile e comodo. Laonde questi
tali caminano in questa vita con tanta gloria a la fine loro, che di sé

lasciano segni al mondo di maraviglia, come fecero Antonio e Piero del
Pollaiuolo, molto stimati ne' tempi loro, per quelle rare virtù che si avevano
con la loro industria e fatica guadagnate. Nacquero costoro nella città di

Fiorenza, pochi anni l'uno dopo l'altro, di padre assai basso e non molto
agiato, il quale conoscendo per molti segni il buono et acuto ingegno de'
suoi figliuoli, né avendo il modo a indirizzargli a le lettere, pose Antonio
all'arte dello orefice con Bartoluccio Ghiberti, maestro allora molto
eccellente in tale esercizio, e Piero mise al pittore con Andrea del

Castagno, che era il meglio allora di Fiorenza. Antonio, dunque, tirato
innanzi da Bartoluccio, oltre il legare le gioie e lavorare a fuoco smalti
d'argento, era tenuto il più valente che maneggiasse ferri in quell'arte.

Laonde Lorenzo Ghiberti, che allora lavorava le porte di S. Giovanni, dato
d'occhio alla maniera d'Antonio, lo tirò al lavoro suo in compagnia di molti
altri giovani. E postolo intorno ad uno di que' festoni che allora aveva tra
mano, Antonio vi fece su una quaglia che dura ancora, tanto bella e tanto
perfetta, che non le manca se non il volo. Non consumò, dunque, Antonio

molte settimane in questo esercizio, che e' fu conosciuto per il meglio di
tutti que' che vi lavoravano, di disegno e di pazienzia, e per il più
ingegnoso e più diligente che vi fusse. Laonde crescendo la virtù e la fama

sua, si partì da Bartoluccio e da Lorenzo, et in Mercato Nuovo, in quella
città, aperse da sé una bottega di orefice magnifica et onorata. E molti
anni seguitò l'arte, disegnando continuamente, e faccendo di rilievo cere et
altre fantasie, che in brieve tempo lo fecero tenere (come egli era) il
principale di quello esercizio. Era in questo tempo medesimo un altro

orefice chiamato Maso Finiguerra, il quale ebbe nome straordinario e
meritamente, ché per lavorare il bulino e fare di niello, non si era veduto
mai chi in piccoli o grandi spazii facesse tanto numero di figure quante ne

faceva egli; sì come lo dimostrano ancora certe paci, lavorate da lui in S.
   523   524   525   526   527   528   529   530   531   532   533