Page 532 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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expressit. Re familiari composita ex
testamento. Hic secum Petro fratre condi voluit.
Vixit annos LXXII.
Obiit anno Salvatoris MIID.
Il medesimo fece di basso rilievo in metallo una battaglia di nudi che andò
in Ispagna, molto bella, della quale n'è una impronta di gesso in Firenze
appresso tutti gl'artefici. E si trovò dopo la morte sua il disegno e modello
che a Lodovico Sforza egli aveva fatto per la statua a cavallo di Francesco
Sforza duca di Milano, il quale disegno è nel nostro libro in due modi: in
uno egli ha sotto Verona, nell'altro egli, tutto armato e sopra un
basamento pieno di battaglie, fa saltare il cavallo addosso a un armato. Ma
la cagione perché non mettesse questi disegni in opera, non ho già potuto
sapere. Fece il medesimo alcune medaglie bellissime, e fra l'altre in una la
congiura de' Pazzi, nella quale sono le teste di Lorenzo e Giuliano de'
Medici, e nel riverso il coro di S. Maria del Fiore e tutto il caso come passò
appunto. Similmente fece le medaglie d'alcuni pontefici et altre molte cose
che sono dagli artefici conosciute.
Aveva Antonio quando morì anni LXXII e Pietro anni LXV. Lasciò molti
discepoli, e fra gli altri Andrea Sansovino. Ebbe nel tempo suo felicissima
vita, trovando pontefici ricchi e la sua città in colmo, che si dilettava di
virtù; per che molto fu stimato, dove se forse avesse avuto contrari i tempi
non avrebbe fatto que' frutti che e' fece, essendo inimici molto i travagli
alle scienze, delle quali gli uomini fanno professione e prendono diletto. Col
disegno di costui furono fatte per S. Giovanni di Fiorenza due tonicelle et
una pianeta e piviale di broccato, riccio sopra riccio, tessuti tutti d'un
pezzo, senza alcuna cucitura; e per fregi et ornamenti di quelle, furono
ricamate le storie della vita di S. Giovanni, con sottilissimo magisterio et
arte da Paulo da Verona, divino in quella professione e sopra ogni altro
ingegno rarissimo; dal quale non furono condotte manco bene le figure con
l'ago, che se le avesse dipinte Antonio col penello: di che si debbe avere
obligo non mediocre alla virtù dell'uno nel disegno, et alla pazienza
dell'altro nel ricamare. Durò a condursi questa opera anni XXVI, e di questi
ricami fatti col punto serrato, che oltre all'esser più durabili appare una
propria pittura di penello, n'è quasi smarito il buon modo, usandosi oggi il
punteggiare più largo, che è manco durabile e men vago a vedere.