Page 535 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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padre di papa Clemente VII, si vede che intensissimo con l'animo,
divotamente rende riverenza a quel Putto e gli assegna il presente suo; il
terzo, inginocchiato egli ancora, pare che adorandolo gli renda grazie e lo
confessi il vero Messia, è Giovanni figliuolo di Cosimo. Né si può descrivere

la bellezza che Sandro mostrò nelle teste che vi si veggono; le quali con
diverse attitudini son girate, quale in faccia, quale in proffilo, quale in
mezzo occhio, e qual chinata, et in più altre maniere e diversità d'arie di
giovani, di vecchi, con tutte quelle stravaganzie che possono far conoscere

la perfezzione del suo magisterio; avendo egli distinto le corti di tre re, di
maniera che e' si comprende quali siano i servidori dell'uno e quali
dell'altro: opera certo mirabilissima; e per colorito, per disegno e per
componimento ridotta sì bella, che ogni artefice ne resta oggi maravigliato.

Et allora gli arrecò in Fiorenza e fuori tanta fama che papa Sisto IIII avendo
fatto fabricare la cappella in palazzo di Roma e volendola dipignere, ordinò
ch'egli ne divenisse capo; onde in quella fece di sua mano le infrascritte
storie, cioè quando Cristo è tentato dal diavolo, quando Mosè amazza lo

Egizzio, e che riceve bere da le figlie di Ietro Madianite; similmente quando
sacrificando i figliuoli di Aron, venne fuoco dal cielo; et acuni santi papi
nelle nicchie di sopra alle storie. Laonde, acquistato fra molti concorrenti
che seco lavorarono e Fiorentini e di altre città, fama e nome maggiore,

ebbe da 'l Papa buona somma di danari; i quali ad un tempo destrutti e
consumati tutti nella stanza di Roma, per vivere a caso come era il solito
suo, e finita insieme quella parte che egli era stata allogata e scopertala,
se ne tornò subitamente a Fiorenza. Dove, per essere persona sofistica,

comentò una parte di Dante; e figurò lo Inferno e lo mise in stampa, dietro
al quale consumò di molto tempo, per il che non lavorando fu cagione di
infiniti disordini alla vita sua. Mise in stampa ancora molte cose sue di
disegni che egli aveva fatti, ma in cattiva maniera, perché l'intaglio era mal

fatto, onde il meglio che si vegga di sua mano è il trionfo della fede di fra'
Girolamo Savonarola da Ferrara: della setta del quale fu in guisa
partigiano, che ciò fu causa che egli abbandonando il dipignere e non
avendo entrate da vivere, precipitò in disordine grandissimo. Perciò che,

essendo ostinato a quella parte e facendo (come si chiamavano allora) il
piagnone, si diviò dal lavorare: onde in ultimo si trovò vecchio e povero, di
sorte che se Lorenzo de' Medici mentre che visse, per lo quale, oltre a
molte altre cose, aveva assai lavorato allo spedaletto in quel di Volterra,

non l'avesse sovvenuto, e poi gl'amici e molti uomini da bene stati
affezionati alla sua virtù, si sarebbe quasi morto di fame. È di mano di
Sandro in S. Francesco, fuor della porta a S. Miniato, in un tondo una
Madonna con alcuni Angeli grandi quanto il vivo, il quale fu tenuto cosa

bellissima. Fu Sandro persona molto piacevole e fece molte burle ai suoi
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