Page 516 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VII fu fabricata et ora dal duca Cosimo si dà ordine di publicare. Ma di
maestro di minio divenuto, come si è detto, pittore, oltre l'opere dette,
fece in un gran cartone alcune figure grande per i Vangelisti, che di
musaico aveva a fare nella cappella di S. Zanobi. E prima che gli fusse fatta

fare dal Magnifico Lorenzo de' Medici l'allogazione di detta cappella, per
mostrare che intendeva la cosa del musaico e che sapeva fare senza
compagno, fece una testa grande di S. Zanobi, quanto il vivo, la quale
rimase in S. Maria del Fiore, e si mette ne' giorni più solenni in sull'altare di

detto Santo o in altro luogo, come cosa rara.
Mentre che Gherardo andava queste cose lavorando, furono recate in

Fiorenza alcune stampe di maniera tedesca fatte da Martino e da Alberto
Duro; per che, piacendogli molto quella sorte d'intaglio, si mise col bulino a
intagliare, e ritrasse alcune di quelle carte benissimo, come si può veder in
certi pezzi che ne sono nel nostro libro insieme con alcuni disegni di mano

del medesimo. Dipinse Gherardo molti quadri che furono mandati di fuori,
de' quali uno n'è in Bologna nella chiesa di S. Domenico, alla cappella di S.
Caterina da Siena dentrovi essa Santa benissimo dipinta. Et in S. Marco di
Firenze fece sopra la tavola del perdono un mezzo tondo pieno di figure

molto graziose. Ma quanto sodisfaceva costui agl'altri, tanto meno
sodisfaceva a sé in tutte le cose, eccetto nel musaico; nella qual sorte di
pittura fu più tosto concorrente che compagno a Domenico Ghirlandaio. E
se fusse più lungamente vivuto sarebbe in quello divenuto eccellentissimo,

perché vi durava fatica volentieri et aveva trovato in gran parte i segreti
buoni di quell'arte.

Vogliono alcuni che Attavante, altrimenti Vante, miniator fiorentino, del
quale si è ragionato di sopra in più d'un luogo, fusse, sì come fu Stefano,
similmente miniatore fiorentino, discepolo di Gherardo, ma io tengo per
fermo, rispetto all'essere stato l'uno e l'altro in un medesimo tempo, che

Attavante fusse più tosto amico, compagno e coetaneo di Gherardo, che
discepolo.

Morì Gherardo essendo assai ben oltre con gl'anni, lassando a Stefano suo
discepolo tutte le cose sue dell'arte; il quale Stefano non molto tempo
dopo datosi all'architettura, lasciò il miniare e tutte le cose sue
appartenenti a quel mestiero al Boccardino vecchio, il quale miniò la

maggior parte de' libri che sono nella Badia di Firenze.

Morì Gherardo d'anni 63, e furono l'opere sue intorno a gl'anni di nostra
salute 1470.


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