Page 517 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI DOMENICO GHIRLANDAIO PITTORE FIORENTINO



Domenico di Tommaso del Ghirlandaio, il quale per la virtù e per la
grandezza e per la moltitudine dell'opere si può dire uno de' principali e più
eccellenti maestri dell'età sua, fu dalla natura fatto per esser pittore; e per

questo non obstante la disposizione in contrario di chi l'avea in custodia
(che molte volte impedisce i grandissimi frutti degli ingegni nostri
occupandoli in cose dove non sono atti, deviandoli da quelle in che sono

naturati), sequendo l'instinto naturale fece a sé grandissimo onore et utile
all'arte et a' suoi, e fu diletto grande della età sua. Questi posto dal padre
all'arte sua dell'orafo, nella quale egli era più che ragionevole maestro, e di
sua mano erono la maggior parte de' voti di argento, che già si
conservavano nell'armario della Nunziata, e le lampade d'argento della

cappella, tutte disfatte nell'assedio della città l'anno 1529. Fu Tommaso il
primo che trovassi e mettessi in opera quell'ornamento del capo delle
fanciulle fiorentine, che si chiamano ghirlande, donde ne acquistò il nome

del Ghirlandaio, non solo per esserne lui il primo inventore, ma per averne
anco fatto un numero infinito e di rara bellezza, tal che non parea piacessin
se non quelle che della sua bottega fussero uscite. Posto, dunque, all'arte
dell'orefice, non piacendoli quella, non restò di continuo di disegnare. Per
che, essendo egli dotato dalla natura d'uno spirito perfetto e d'un gusto

mirabile e giudicioso nella pittura, quantunque orafo nella sua fanciullezza
fosse, sempre al disegno attendendo, venne sì pronto e presto e facile, che
molti dicono che mentre che all'orefice dimorava, ritraendo ogni persona

che da bottega passava, li faceva subito somigliare: come ne fanno fede
ancora nell'opere sue infiniti ritratti, che sono di similitudini vivissime.
Furono le sue prime pitture in Ogni Santi la cappella de' Vespucci, dov'è un
Cristo morto et alcuni Santi, e sopra uno arco una Misericordia, nella quale
è il ritratto di Amerigo Vespucci che fece le navigazioni dell'Indie: e nel

refettorio di detto luogo fece un cenacolo a fresco. Dipinse in S. Croce
all'entrata della chiesa a man destra, la storia di S. Paulino; onde,
acquistando fama grandissima et in credito venuto, a Francesco Sassetti

lavorò in S. Trinita una cappella con istorie di S. Francesco, la quale opera
è mirabilmente condotta, e da lui con grazia, con pulitezza e con amor
lavorata; in questa contrafece egli e ritrasse il ponte a S. Trinita, col
palazzo degli Spini, fingendo nella prima faccia la storia di S. Francesco
quando apparisce in aria e resuscita quel fanciullo; dove si vede in quelle

donne che lo veggono resuscitare, il dolore della morte nel portarlo alla
sepoltura e la allegrezza e la maraviglia nella sua resurressione;
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