Page 518 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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contrafecevi i frati che escon di chiesa co' bechini dietro alla croce per
sotterrallo, fatti molto naturalmente, e così altre figure che si maravigliano
di quello effetto, che non dànno altrui poco piacere: dove sono ritratti Maso
degli Albizzi, Messer Agnolo Acciaiuoli, Messer Palla Strozzi, notabili

cittadini e nelle istorie di quella città assai nominati. In un'altra fece
quando S. Francesco, presente il vicario, rifiuta la eredità a Pietro
Bernardone suo padre, e piglia l'abito di sacco cignendosi con la corda. E
nella faccia del mezzo quando egli va a Roma a papa Onorio e fa

confermar la Regola sua, presentando di gennaio le rose a quel pontefice;
nella quale storia finse la sala del Concistoro co' cardinali che sedevano
intorno, e certe scalee che salivano in quella; accennando certe mezze
figure ritratte di naturale et accomodandovi ordini d'appoggiatoi per la

salita. E fra quegli ritrasse il Magnifico Lorenzo Vecchio de' Medici.
Dipinsevi medesimamente quando San Francesco riceve le stimite; e nella
ultima fece quando egli è morto e che i frati lo piangono; dove si vede un
frate che gli bacia le mani; il quale effetto non si può esprimer meglio nella

pittura, senza che e' v'è un vescovo parato con gli occhiali al naso che gli
canta la vigilia, che il non sentirlo solamente lo dimostra dipinto. Ritrasse
in due quadri che mettono in mezzo la tavola, Francesco Sassetti
ginocchioni, in uno, e ne l'altro Madonna Nera sua donna et i suoi figliuoli,

ma questi nell'istoria di sopra, dove si risuscita il fanciullo, con certe belle
giovani della medesima famiglia che non ho potuto ritrovar i nomi, tutte
con gl'abiti e portature di quella età, cosa che non è di poco piacere. Oltra
ch'e' fece nella volta quattro Sibille, e fuori della cappella un ornamento

sopra l'arco nella faccia dinanzi, con una storia dentrovi, quando la Sibilla
tiburtina fece adorar Cristo a Ottaviano imperatore, che per opera in fresco
è molto praticamente condotta e con una allegrezza di colori molto vaghi.
Et insieme accompagnò questo lavoro con una tavola pur di sua mano,

lavorata a tempera; quale ha dentro una natività di Cristo da far
maravigliare ogni persona intelligente, dove ritrasse se medesimo e fece
alcune teste di pastori che sono tenute cosa divina. Della quale Sibilla e
d'altre cose di quell'opera, sono nel nostro libro disegni bellissimi fatti di

chiaro scuro, e particolarmente la prospettiva del ponte a S. Trinita.
Dipinse a' frati Ingesuati una tavola per l'altar maggiore con alcuni Santi
ginocchioni, cioè S. Giusto vescovo di Volterra, che era titolo di quella
chiesa, S. Zanobi vescovo di Firenze, un angelo Raffaello et un San Michele

armato di bellissime armadure et altri Santi. E nel vero merita in questo
lode Domenico, perché fu il primo che cominciasse a contrafar con i colori
alcune guernizioni et ornamenti d'oro, che insino allora non si erano usate;
e levò via in gran parte quelle fregiature che si facevano d'oro a mordente

o a bolo, le quali erano più da drappelloni che da maestri buoni. Ma più che
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