Page 542 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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doppi, grosso un mezzo braccio, appoggiatolo ne' fianchi ai muri principali.
Questi due legni adunque erano con alcune incastrature a guisa di denti in
modo con buone spranghe di ferro uniti, et incatinati insieme, che di due
legni venivano a essere un solo; oltre ciò, avendo fatto il detto arco acciò
le dette travi del palco non avesseno a reggere se non il muro dell'arco in
giù, e l'arco tutto il rimanente, apiccò davantaggio al detto arco due grandi
staffe di ferro, che inchiodate gagliardamente nelle dette travi da basso, le
reggevano e reggono, di maniera che quando per loro medesime non
bastasseno sarebbe atto l'arco, mediante le dette catene stesse che
abbracciano il travo, e sono due, una di qua et una di là dalla porta di
marmo, a reggere molto maggior peso che non è quello del detto muro,
che è di mattoni e grosso un mezzo braccio. E nondimeno fece lavorare nel
detto muro i mattoni per coltello e centinato, che veniva a pigner ne' canti
dove era il sodo e rimanere più stabile. Et in questa maniera, mediante il
buon giudizio di Benedetto rimase la detta sala de' Dugento nella sua
grandeza; e sopra nel medesimo spazio, con un tramezzo di muro, vi si
fece la sala che si dice dell'oriuolo, e l'udienza dove è dipinto il trionfo di
Camillo di mano del Salviati. Il soffittato del qual palco fu riccamente
lavorato et intagliato da Marco del Tasso, Domenico e Giuliano suoi
frategli, che fece similmente quello della sala dell'oriuolo e quello
dell'udienza. E perché la detta porta di marmo fu da Benedetto fatta
doppia, sopra l'arco della porta di dentro, avendo già detto del difuori, fece
una Iustizia di marmo a sedere con la palla del mondo in una mano, e
nell'altra una spada con lettere intorno all'arco, che dicono: Diligite
iustitiam qui iudicatis terram; la quale tutta opera fu condotta con
maravigliosa diligenza et artifizio. Il medesimo alla Madonna delle Grazie,
che è poco fuor d'Arezzo, facendo un portico et una salita di scale dinanzi
alla porta, nel portico mise gl'archi sopra le colonne et a canto al tetto girò
intorno intorno a un architrave, fregio e cornicione; et in quello fece per
gocciolatoio una ghirlanda di rosoni intagliati di macigno, che sportano in
fuori un braccio et un terzo; talmente che fra l'agetto del frontone della
gola di sopra et il dentello et uovolo, sotto il gocciolatoio, fa braccia due e
mezzo, che aggiuntovi mezzo braccio che fanno i tegoli, fa un tetto di
braccia tre intorno bello, ricco, utile et ingegnoso. Nella qual opera è quel
suo artifizio degno d'esser molto considerato dagli artefici, che volendo che
questo tetto sportasse tanto in fuori senza modiglioni o menzole che lo
reggessino, fece que' lastroni, dove sono i rosoni intagliati, tanto grandi
che la metà sola sportassi infuori, e l'altra metà restassi murato di sodo,
onde essendo così contrepesati, potettono reggere il resto e tutto quello
che di sopra si aggiunse, come ha fatto sino a oggi, senza disagio alcuno di
quella fabrica. E perché non voleva che questo cielo apparissi di pezzi come