Page 547 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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volta tramezzava l'un'opera con l'altra, perché meno, come molti fanno, gli
venisse una stessa cosa a fastidio, se bene non mise in opera i sopradetti
cartoni, dipinse nondimeno alcune cose; e fra l'altre una tavola alle
monache di San Domenico di Firenze, nella quale gli parve essersi portato

molto bene, onde poco appresso ne dipinse in S. Salvi un'altra a' frati di
Vallombrosa, nella quale è quando San Giovanni battezza Cristo. Et in
questa opera aiutandogli Lionardo da Vinci allora giovanetto e suo
discepolo, vi colorì un Angelo di sua mano, il quale era molto meglio che

l'altre cose; il che fu cagione che Andrea si risolvette a non volere toccare
più pennelli, poiché Lionardo così giovanetto in quell'arte, si era portato
molto meglio di lui.

Avendo dunque Cosimo de' Medici avuto di Roma molte anticaglie, aveva
dentro alla porta del suo giardino, o vero cortile, che riesce nella via de'
Ginori fatto porre un bellissimo Marsia di marmo bianco, impiccato a un

tronco per dovere essere scorticato; perché volendo Lorenzo suo nipote, al
quale era venuto alle mani un torso con la testa d'un altro Marsia
antichissimo e molto più bello che l'altro e di pietra rossa, accompagnarlo
col primo, non poteva ciò fare essendo imperfettissimo; onde datolo a

finire et acconciare ad Andrea, egli fece le gambe, le cosce e le braccia che
mancavano a questa figura, di pezzi di marmo rosso, tanto bene che
Lorenzo ne rimase soddisfattissimo e la fece porre dirimpetto all'altra,
dall'altra banda della porta. Il quale torso antico, fatto per un Marsia

scorticato, fu con tanta avvertezza e giudizio lavorato, che alcune vene
bianche e sottili, che erano nella pietra rossa, vennero intagliate
dall'artefice in luogo a punto che paiono alcuni piccoli nerbicini, che nelle
figure naturali quando sono scorticate, si veggiono: il che doveva far parere

quell'opera, quando aveva il suo primiero pulimento, cosa vivissima.
Volendo in tanto i Viniziani onorare la molta virtù di Bartolomeo da

Bergamo, mediante il quale avevano avuto molte vittorie, per dare animo
agli altri, udita la fama d'Andrea, lo condussero a Vinezia, dove gli fu dato
ordine che facesse di bronzo la statua a cavallo di quel capitano, per porla

in sulla piazza di S. Giovanni e Polo. Andrea dunque, fatto il modello del
cavallo, aveva cominciato ad armarlo per gettarlo di bronzo, quando,
mediante il favore d'alcuni gentiluomini, fu deliberato che Vellano da
Padova facesse la figura, et Andrea il cavallo. La qual cosa avendo intesa
Andrea, spezzato che ebbe al suo modello le gambe e la testa, tutto

sdegnato se ne tornò senza far motto a Firenze. Ciò udendo, la Signoria gli
fece intendere che non fusse mai più ardito di tornare in Vinezia, perché gli
sarebbe tagliata la testa, alla qual cosa scrivendo rispose che se ne

guarderebbe, perché spiccate che le avevano, non era in loro facultà
rappiccare le teste agl'uomini, né una simile alla sua già mai, come arebbe
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