Page 543 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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egli era, riquadrò pezzo per pezzo d'un corniciamento intorno, che veniva a
far lo sfondato del rosone, che incastrato e commesso bene a cassetta,
univa l'opera di maniera che chi la vede la giudica d'un pezzo tutta. Nel
medesimo luogo fece fare un palco piano di rosoni messi d'oro, che è molto

lodato.
Avendo Benedetto compero un podere fuor di Prato, a uscire per la porta

Fiorentina per venire verso Firenze, e non più lontano dalla terra che un
mezzo miglio, fece in sulla strada maestra accanto alla porta, una
bellissima cappelletta, et in una nicchia una Nostra Donna col Figliuolo in
collo di terra, lavorata tanto bene, che così fatta, senza altro colore, è bella

quanto se fusse di marmo. Così sono due Angeli, che sono a sommo per
ornamento, con un candelliere per uno in mano. Nel dossale dell'altare è
una pietà con la Nostra Donna e S. Giovanni di marmo, bellissimo. Lassò
anco alla sua morte in casa sua molte cose abbozzate di terra e di marmo.

Disegnò Benedetto molto bene, come si può vedere in alcune carte del
nostro libro. Finalmente d'anni 54 si morì, nel 1498, e fu onorevolmente
sotterrato in S. Lorenzo. E lasciò che dopo la vita d'alcuni suoi parenti,
tutte le sue facultà fussino della Compagnia del Bigallo.

Mentre Benedetto nella sua giovinezza lavorò di legname e di commesso,
furono suoi concorrenti Baccio Cellini piffero della Signoria di Firenze, il

quale lavorò di commesso alcune cose d'avorio molto belle, e fra l'altre un
ottangolo di figure d'avorio profilate di nero, bello affatto, il quale è nella
guardaroba del Duca; parimente Girolamo della Cecca, creato di costui, e

piffero anch'egli della Signoria, lavorò ne' medesimi tempi pur di commesso
molte cose. Fu nel medesimo tempo Davit pistolese, che in S. Giovanni
Evangelista di Pistoia, fece all'entrata del coro un S. Giovanni Evangelista
di rimesso, opera più di gran fatica a condursi, che di gran disegno. E
parimente Geri Aretino, che fece il coro et il pergamo di S. Agostino

d'Arezzo, de' medesimi rimessi di legnami di figure e prospettive. Fu questo
Geri molto capriccioso, e fece di canne di legno uno organo perfettissimo,
di dolcezza e suavità, che è ancor oggi nel Vescovado d'Arezzo, sopra la

porta della sagrestia, mantenutosi nella medesima bontà, che è cosa
degna di maraviglia e da lui prima messa in opera. Ma nessuno di costoro,
né altri, fu a gran pezzo eccellente quanto Benedetto, onde egli merita fra i
migliori artefici delle sue professioni d'esser sempre annoverato e lodato.




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