Page 544 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI ANDREA VERROCCHIO PITTORE, SCULTORE ET
ARCHITETTO


Andrea del Verrocchio, fiorentino, fu ne' tempi suoi orefice, prospettivo,

scultore, intagliatore, pittore e musico; ma invero ne l'arte della scultura e
pittura ebbe la maniera alquanto dura e crudetta; come quello che con
infinito studio se la guadagnò, più che col benefizio o facilità della natura;

la qual facilità se ben li fussi tanto mancata, quanto gli avanzò studio e
diligenza, sarebbe stato in queste arti eccellentissimo, le quali a una
somma perfezione vorrebbono congiunto studio e natura; e dove l'un de'
due manca rade volte si perviene al colmo, se ben lo studio ne porta seco
la maggior parte; il quale perché fu in Andrea, quanto in alcuno altro mai

grandissimo, si mette fra i rari et eccellenti artefici dell'arte nostra. Questi
in giovanezza attese alle scienze, particularmente alla geometria. Furono
fatti da lui, mentre attese all'orefice, oltre a molte altre cose, alcuni bottoni

da piviali che sono in S. Maria del Fiore di Firenze; e di grosserie
particolarmente una tazza, la forma della quale, piena d'animali, di
fogliami e d'altre bizzarrie, va attorno et è da tutti gl'orefici conosciuta, et
un'altra parimente dove è un ballo di puttini molto bello. Per le quali opere
avendo dato saggio di sé, gli fu dato a fare dall'arte de' Mercatanti due

storie d'argento nelle teste dell'altare di S. Giovanni, delle quali, messe che
furono in opera, acquistò lode e nome grandissimo. Mancavano in questo
tempo in Roma alcuni di quegli Apostoli grandi, che ordinariamente

solevano stare in sull'altare della cappella del papa con alcune altre
argenterie state disfatte; per il che, mandato per Andrea, gli fu con gran
favore da papa Sisto dato a fare tutto quello che in ciò bisognava; et egli il
tutto condusse con molta diligenza e giudizio a perfezzione. Intanto
vedendo Andrea che delle molte statue antiche et altre cose che si

trovavano in Roma, si faceva grandissima stima, e che fu fatto porre quel
cavallo di bronzo dal papa a S. Ianni Laterano e che de' fragmenti, non che
delle cose intere che ogni dì si trovavano, si faceva conto, deliberò

d'attendere alla scultura. E così abandonato in tutto l'orefice, si mise a
gettare di bronzo alcune figurette che gli furono molto lodate. Laonde
preso maggiore animo, si mise a lavorare di marmo; onde essendo morta
sopra parto in que' giorni la moglier di Francesco Tornabuoni, il marito che
molto amata l'aveva, e, morta, voleva quanto poteva il più onorarla, diede

a fare la sepoltura ad Andrea, il quale sopra una cassa di marmo intagliò in
una lapida la donna, il partorire et il passare all'altra vita; et appresso in
tre figure fece tre virtù, che furono tenute molto belle, per la prima opera

che di marmo avesse lavorato; la quale sepoltura fu posta nella Minerva.
Ritornato poi a Firenze con danari, fama et onore, gli fu fatto fare di bronzo
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