Page 545 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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un Davit di braccia due e mezzo, il quale finito, fu posto in palazzo al
sommo della scala dove stava la catena, con sua molta lode. Mentre che
egli conduceva la detta statua, fece ancora quella Nostra Donna di marmo
che è sopra la sepoltura di Messer Lionardo Bruni aretino, in S. Croce, la
quale lavorò, essendo ancora assai giovane, per Bernardo Rossellini
architetto e scultore, il quale condusse di marmo, come si è detto, tutta
quell'opera. Fece il medesimo in un quadro di marmo una Nostra Donna di
mezzo rilievo, dal mezzo in su, col Figliuolo in collo; la quale già era in casa
Medici ed oggi è nella camera della Duchessa di Fioranza, sopra una porta
come cosa bellissima. Fece anco due teste di metallo, una d'Alessandro
Magno, di proffilo, l'altra d'un Dario a suo capriccio, pur di mezzo rilievo, e
ciascuna da per sé variando l'un dall'altro ne' cimieri, nell'armadure et in
ogni cosa. Le quali ambedue furono mandate dal Magnifico Lorenzo de'
Medici al re Mattia Corvino in Ungheria, con molte altre cose, come si dirà
al luogo suo. Per le quali cose avendo acquistatosi Andrea nome di
eccellente maestro, e massimamente [nelle] cose di metallo delle quali
egli si dilettava molto, fece di bronzo tutta tonda in San Lorenzo la
sepoltura di Giovanni e di Piero di Cosimo de' Medici, dove è una cassa di
porfido, retta da quattro cantonate di bronzo, con girari di foglie molto ben
lavorate e finite con diligenza grandissima; la quale sepoltura è posta fra la
cappella del Sagramento e la sagrestia, della qual opera non si può, né di
bronzo né di getto, far meglio; massimamente avendo egli in un medesimo
tempo mostrato l'ingegno suo nell'architettura per aver la detta sepoltura
collocata nell'apertura d'una finestra larga braccia cinque et alta dieci in
circa e posta sopra un basamento che divide la detta cappella del
Sagramento dalla sagrestia vecchia. E sopra la cassa, per ripieno
dell'apertura insino alla volta, fece una grata a mandorle di cordoni di
bronzo naturalissimi con ornamenti in certi luoghi d'alcuni festoni et altre
belle fantasie, tutte notabili e con molta pratica, giudizio et invenzione
condotte. Dopo, avendo Donatello per lo magistrato de' sei della Mercanzia
fatto il tabernacolo di marmo che è oggi dirimpetto a San Michele,
nell'oratorio di esso d'Or San Michele, et avendovisi a fare un San
Tommaso di bronzo che cercasse la piaga a Cristo, ciò per allora non si
fece altrimenti, perché degl'uomini che avevano cotal cura, alcuni volevano
che lo facesse Donatello et altri Lorenzo Ghiberti. Essendosi dunque la cosa
stata così, insino a che Donato e Lorenzo vissero, furono finalmente le
dette due statue allogate ad Andrea, il quale fattone i modelli e le forme,
le gettò e vennero tanto salde, intere e ben fatte, che fu un bellissimo
getto. Onde messosi a rinettarle e finirle, le ridusse a quella perfezzione
che al presente si vede, che non potrebbe esser maggiore, perché in San
Tommaso si scorge la incredulità e la troppa voglia di chiarirsi del fatto, et