Page 552 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI ANDREA MANTEGNA PITTORE MANTOVANO



Quanto possa il premio nella virtù, colui che opera virtuosamente et è in
qualche parte premiato lo sa, perciò che non sente né disagio né
incommodo né fatica, quando n'aspetta onore e premio; e, che è più, ne

diviene ogni giorno più chiara e più illustre essa virtù; bene è vero che non
sempre si truova chi la conosca e la pregi e la rimuneri, come fu quella
riconosciuta d'Andrea Mantegna, il quale nacque d'umilissima stirpe nel

contado di Mantoa; et ancora che da fanciullo pascesse gl'armenti, fu tanto
inalzato dalla sorte e dalla virtù, che meritò d'esser cavalier onorato, come
al suo luogo si dirà. Questi, essendo già grandicello fu condotto nella città,
dove attese alla pittura sotto Iacopo Squarcione pittore padoano, il quale,
secondo che scrive in una sua epistola latina Messer Girolamo

Campagnuola a Messer Leonico Timeo, filosofo greco, nella quale gli dà
notizia d'alcuni pittori vecchi che servirono quei da Carrara, signori di
Padova, il quale Iacopo se lo tirò in casa e poco appresso, conosciutolo di

bello ingegno, se lo fece figliuolo adottivo. E perché si conosceva lo
Squarcione non esser il più valente dipintore del mondo, acciò che Andrea
imparasse più oltre che non sapeva egli, lo esercitò assai in cose di gesso
formate da statue antiche, et in quadri di pitture, che in tela si fece venire
di diversi luoghi, e particolarmente di Toscana e di Roma. Onde con questi

sì fatti et altri modi, imparò assai Andrea nella sua giovinezza. La
concorrenza ancora di Marco Zoppo bolognese e di Dario da Trevisi e di
Niccolò Pizzolo padoano, discepoli del suo adottivo padre e maestro, gli fu

di non picciolo aiuto e stimolo all'imparare. Poi dunque che ebbe fatta
Andrea, allora che non aveva più che 17 anni, la tavola dell'altar maggiore
di S. Sofia di Padoa, la quale pare fatta da un vecchio ben pratico e non da
un giovanetto, fu allogata allo Squarcione la capella di S. Cristofano, che è
nella chiesa de' frati Eremitani di S. Agostino in Padoa, la quale egli diede a

fare al detto Niccolò Pizzolo et Andrea. Niccolò vi fece un Dio Padre che
siede in maestà in mezzo ai dottori della chiesa, che furono poi tenute non
manco buone pitture, che quelle che vi fece Andrea; e nel vero, se Niccolò

che fece poche cose ma tutte buone si fusse dilettato della pittura quanto
fece dell'arme, sarebbe stato eccellente e forse molto più vivuto che non
fece; conciò fusse che, stando sempre in sull'armi et avendo molti nimici, fu
un giorno che tornava da lavorare, affrontato e morto a tradimento; non
lasciò altre opere che io sappia, Niccolò, se non un altro Dio Padre nella

capella di Urbano Perfetto. Andrea, dunque, rimaso solo, fece nella detta
cappella i quattro Vangelisti che furono tenuti molto belli. Per questa et
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