Page 553 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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altre opere, cominciando Andrea a essere in grande aspettazione et a
sperarsi che dovesse riuscire quello che riuscì, tenne modo Iacopo Bellino
pittore viniziano, padre di Gentile e di Giovanni e concorrente dello
Squarcione, che esso Andrea tolse per moglie una sua figliuola e sorella di

Gentile. La qual cosa sentendo, lo Squarcione si sdegnò di maniera con
Andrea che furono poi sempre nimici; e quanto lo Squarcione per l'adietro
aveva sempre lodate le cose d'Andrea, altretanto da indi in poi le biasimò
sempre publicamente. E sopra tutto biasimò senza rispetto le pitture che

Andrea aveva fatte nella detta cappella di S. Cristofano, dicendo che non
erano cosa buona perché aveva nel farle imitato le cose di marmo antiche,
dalle quali non si può imparare la pittura perfettamente, perciò che i sassi
hanno sempre la durezza con esso loro e non mai quella tenera dolcezza

che hanno le carni e le cose naturali, che si piegano e fanno diversi
movimenti, aggiugnendo che Andrea arebbe fatto molto meglio quelle
figure e sarebbono state più perfette se avesse fattole di color di marmo e
non di que' tanti colori, perciò che non avevano quelle pitture somiglianza

di vivi ma di statue antiche di marmo o d'altre cose simili. Queste cotali
reprensioni punsero l'animo d'Andrea, ma dall'altro canto gli furono di
molto giovamento, perché conoscendo che egli diceva in gran parte il vero,
si diede a ritrarre persone vive e vi fece tanto acquisto, che in una storia

che in detta cappella gli restava a fare, mostrò che sapeva non meno
cavare il buono delle cose vive e naturali, che di quelle fatte dall'arte. Ma
con tutto ciò ebbe sempre opinione Andrea che le buone statue antiche
fussino più perfette et avessino più belle parti, che non mostra il naturale.

Atteso che quelli eccellenti maestri, secondo che e' giudicava e gli pareva
vedere in quelle statue, aveano da molte persone vive cavato tutta la
perfezione della natura, la quale di rado in un corpo solo accozza et
accompagna insieme tutta la bellezza, onde è necessario pigliarne da uno

una parte, e da un altro un'altra; et oltre a questo gli parevano le statue
più terminate e più tocche in su' muscoli, vene, nervi et altre particelle, le
quali il naturale, coprendo con la tenerezza e morbidezza della carne certe
crudezze, mostra talvolta meno, se già non fusse un qualche corpo d'un

vecchio o di molto estenuato; i quali corpi però, sono per altri rispetti
dagl'artefici fuggiti. E si conosce di questa openione essersi molto
compiaciuto nell'opere sue, nelle quali si vede in vero la maniera un
pochetto tagliente e che tira talvolta più alla pietra che alla carne viva.

Comunque sia, in questa ultima storia, la quale piacque infinitamente,
ritrasse Andrea lo Squarcione in una figuraccia corpacciuta con una lancia e
con una spada in mano. Vi ritrasse similmente Noferi di Messer Palla
Strozzi fiorentino, Messer Girolamo dalla Valle, medico eccellentissimo,

Messer Bonifazio Fuzimeliga, dottor di leggi, Niccolò orefice di papa
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