Page 556 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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signor don Francesco Medici, principe di Fiorenza, il quale lo tiene fra le sue
cose carissime. Nel nostro libro è in un mezzo foglio reale un disegno di
mano d'Andrea, finito di chiaro scuro, nel quale è una Iudith che mette
nella tasca d'una sua schiava mora la testa d'Oloferne, fatto d'un chiaro
scuro non più usato, avendo egli lasciato il foglio bianco che serve per il
lume della biacca tanto nettamente, che vi si veggiono i capegli sfilati e
l'altre sottigliezze, non meno che se fussero stati con molta diligenza fatti
dal pennello. Onde si può in un certo modo chiamar questo più tosto opera
colorita che carta disegnata.
Si dilettò il medesimo, sì come fece il Pollaiuolo, di far stampe di rame, e
fra l'altre cose fece i suoi trionfi, e ne fu allora tenuto conto perché non si
era veduto meglio. E fra l'ultime cose che fece fu una tavola di pittura a S.
Maria della Vittoria, chiesa fabbricata con ordine e disegno d'Andrea dal
Marchese Francesco, per la vittoria avuta in sul fiume del Taro, essendo
egli generale del campo de' Vineziani contra a' Francesi: nella quale tavola
che fu lavorata a tempera e posta all'altar maggiore, è dipinta la Nostra
Donna col putto a sedere sopra un piedestallo; e da basso sono S.
Michelagnolo, S. Anna e [San] Gioachino, che presentano esso Marchese,
ritratto di naturale tanto bene che par vivo, alla Madonna che gli porge la
mano. La quale come piacque e piace a chiunche la vide, così sodisfece di
maniera al Marchese, che egli liberalissimamente premiò la virtù e fatica
d'Andrea, il quale poté, mediante l'essere stato riconosciuto dai principi di
tutte le sue opere, tenere infinito all'ultimo onoratamente il grado di
cavaliere. Furono concorrenti d'Andrea Lorenzo da Lendinara, il quale fu
tenuto in Padova pittore eccellente e lavorò anco di terra alcune cose nella
chiesa di S. Antonio, et alcuni altri di non molto valore. Amò egli sempre
Dario da Trevisi e Marco Zoppo bolognese, per essersi allevato con esso
loro sotto la disciplina dello Squarcione. Il qual Marco fece in Padova ne'
frati minori una loggia che serve loro per capitolo; et in Pesero una tavola
che è oggi nella chiesa nuova di S. Giovanni Evangelista; e ritrasse in uno
quadro Guido Baldo da Monte Feltro, quando era capitano de' Fiorentini. Fu
similmente amico del Mantegna Stefano pittor ferrarese, che fece poche
cose, ma ragionevoli; e di sua mano si vede in Padoa l'ornamento dell'arca
di S. Antonio, e la Vergine Maria che si chiama del pilastro. Ma per tornare
a esso Andrea, egli murò in Mantoa e dipinse per uso suo una bellissima
casa, la quale si godette mentre visse. E finalmente d'anni 66, si morì nel
1517. E con esequie onorate fu sepolto in S. Andrea, et alla sua sepoltura,
sopra la quale egli è ritratto di bronzo, fu posto questo epitaffio:
Esse parem hunc noris, si non praeponis Apelli,