Page 554 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Innocenzio VIII e Baldassarre da Leccio, suoi amicissimi; i quali tutti fece
vestiti d'arme bianche brunite e splendide come le vere sono, e certo con
bella maniera. Vi ritrasse anco Messer Bonramino cavaliere, et un certo
vescovo d'Ungheria, uomo sciocco affatto, il quale andava tutto giorno per
Roma vagabondo, e poi la notte si riduceva a dormire, come le bestie, per
le stalle. Vi ritrasse anco Marsilio Pazzo, nella persona del carnefice che
taglia la testa a S. Iacopo, e similmente se stesso. Insomma questa opera
gl'acquistò, per la bontà sua, nome grandissimo. Dipinse anco, mentre
faceva questa cappella, una tavola che fu posta in S. Iustina all'altar di S.
Luca. E dopo lavorò a fresco l'arco che è sopra la porta di S. Antonino dove
scrisse il nome suo. Fece in Verona una tavola per l'altare di S. Cristofano e
di S. Antonio, et al canto della piazza della Paglia fece alcune figure. In S.
Maria in Organo, ai frati di Monte Oliveto, fece la tavola dell'altar
maggiore, che è bellissima, e similmente quella di S. Zeno. E fra l'altre
cose, stando in Verona, lavorò e mandò in diversi luoghi e n'ebbe uno
abbate della Badia di Fiesole, suo amico e parente, un quadro nel quale è
una Nostra Donna dal mezzo in su, col Figliuolo in collo et alcune teste
d'Angeli che cantano, fatti con grazia mirabile. Il qual quadro è oggi nella
libreria di quel luogo e fu tenuta allora e sempre poi come cosa rara. E
perché aveva, mentre dimorò in Mantoa, fatto gran servitù con Lodovico
Gonzaga marchese, - quel signore che sempre stimò assai e favorì la virtù
d'Andrea, - gli fece dipignere nel castello di Mantoa, per la cappella, una
tavoletta nella quale sono storie di figure non molto grandi, ma bellissime.
Nel medesimo luogo sono molte figure che scortano al di sotto in sù,
grandemente lodate, perché se bene ebbe il modo del panneggiare
crudetto e sottile, e la maniera alquanto secca, vi si vede nondimeno ogni
cosa fatta con molto artifizio e diligenzia. Al medesimo marchese dipinse
nel palazzo di S. Sebastiano in Mantoa in una sala il trionfo di Cesare, che
è la miglior cosa che lavorasse mai; in questa opera si vede con ordine
bellissimo situato nel trionfo, la bellezza e l'ornamento del carro; colui che
vitupera il trionfante, i parenti, i profumi, gl'incensi, i sacrifizii, i sacerdoti, i
tori pel sacrificio coronati e prigioni, le prede fatte da' soldati, l'ordinanza
delle squadre, i liofanti, le spoglie, le vittorie e le città e le rocche, in varii
carri contrafatte con una infinità di trofei in sull'aste e varie armi per testa
e per indosso, acconciature, ornamenti e vasi infiniti; e tra la moltitudine
degli spettatori una donna, che ha per la mano un putto, al qual essendosi
fitto una spina in un piè, lo mostra egli piangendo alla madre, con modo
grazioso e molto naturale. Costui, come potrei aver accennato altrove,
ebbe in questa istoria una bella e buona avertenza, che avendo situato il
piano dove posavano le figure, più alto che la veduta dell'occhio, fermò i
piedi dinanzi in sul primo profilo e linea del piano, facendo fuggire gl'altri