Page 558 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI FILIPPO LIPPI PITTOR FIORENTINO
Fu in questi medesimi tempi in Firenze, pittore di bellissimo ingegno e di
vaghissima invenzione, Filippo figliuolo di fra' Filippo del Carmine, il quale
seguitando nella pittura le vestigie del padre morto, fu tenuto et
ammaestrato essendo ancor giovanetto da Sandro Botticello, nonostante
che il padre venendo a morte lo raccomandasse a fra' Diamante, suo
amicissimo e quasi fratello. Fu dunque di tanto ingegno Filippo e di sì
copiosa invenzione nella pittura e tanto bizzarro e nuovo ne' suoi
ornamenti, che fu il primo il quale ai moderni mostrasse il nuovo modo di
variare gl'abiti, che abbellisse ornatamente con veste antiche soccinte le
sue figure. Fu primo ancora a dar luce alle grottesche che somiglino
l'antiche, e le mise in opera di terretta e colorite in fregi con più disegno e
grazia che gli innanzi a lui fatto non avevano. Onde fu maravigliosa cosa a
vedere gli strani capricci che egli espresse nella pittura; e, che è più, non
lavorò mai opera alcuna nella quale delle cose antiche di Roma con gran
studio non si servisse, in vasi, calzari, trofei, bandiere, cimieri, ornamenti di
tempii, abbigliamenti di portature da capo, strane fogge da dosso,
armature, scimitarre, spade, toghe, manti et altre tante cose diverse e
belle, che grandissimo e sempiterno obligo se gli debbe, per avere egli in
questa parte accresciuta bellezza et ornamenti all'arte. Costui nella sua
prima gioventù diede fine alla cappella de' Brancacci, nel Carmine in
Fiorenza, cominciata da Masolino e non del tutto finita da Masaccio per
essersi morto. Filippo dunque le diede di sua mano l'ultima perfezzione e vi
fece il resto d'una storia che mancava, dove S. Piero e Paulo risuscitano il
nipote dell'imperatore. Nella figura del qual fanciullo ignudo ritrasse
Francesco Granacci, pittore allora giovanetto, e similmente Messer
Tommaso Soderini cavaliere, Piero Guicciardini, padre di Messer Francesco
che ha scritto le storie, Piero del Pugliese e Luigi Pulci poeta; parimente
Antonio Pollaiuolo e se stesso così giovane come era, il che non fece
altrimenti nel resto della sua vita, onde non si è potuto avere il ritratto di
lui d'età migliore. E nella storia che segue ritrasse Sandro Botticello suo
maestro e molti altri amici e grand'uomini, et infra gli altri il Raggio
sensale, persona d'ingegno e spiritosa molto, quello che in una conca
condusse di rilievo tutto l'Inferno di Dante, con tutti i cerchi e partimenti
delle bolgie e del pozzo, misurati a punto tutte le figure e minuzie che da
quel gran poeta furono ingegnosissimamente immaginate e discritte, che
fu tenuta in questi tempi cosa maravigliosa. Dipinse poi a tempera nella
cappella di Francesco del Pugliese alle Campora, luogo de' monaci di Badia