Page 560 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sontuosa e bella. Condottosi poi Filippo a Roma fece al detto cardinale
Caraffa, nella chiesa della Minerva, una cappella nella quale dipinse storie
della vita di S. Tommaso d'Aquino et alcune poesie molto belle, che tutte
furono da lui, il quale ebbe in questo sempre propizia la natura,
ingegnosamente trovate. Vi si vede, dunque, dove la Fede ha fatto prigiona
l'Infedeltà, tutti gl'eretici et infedeli. Similmente, come sotto la Speranza è
la Disperazione, così vi sono molte altre virtù che quel vizio che è loro
contrario hanno soggiogato. In una disputa è S. Tommaso in catedra, che
difende la Chiesa da una scuola d'eretici et ha sotto come vinti Sabellio,
Arrio, Averroè et altri, tutti con graziosi abiti indosso. Della quale storia ne
abbiamo di propria mano di Filippo nel nostro libro de' disegni il proprio,
con alcuni altri del medesimo, fatti con tanta pratica che non si può
migliorare. Evvi anco quando orando S. Tommaso gli dice il Crucifisso:
"Bene scripsisti de me Thoma" et un compagno di lui che udendo quel
Crucifisso così parlare sta stupeffatto e quasi fuor di sé. Nella tavola è la
Vergine annunziata da Gabriello, e nella faccia l'assunzione di quella in
cielo et i dodici Apostoli intorno al sepolcro. La quale opera tutta fu et è
tenuta molto eccellente, e per lavoro in fresco, fatta perfettamente. Vi è
ritratto di naturale il detto Olivieri Caraffa cardinale e vescovo d'Ostia, il
quale fu in questa cappella sotterrato l'anno 1511, e dopo condotto a
Napoli nel Piscopio.
Ritornato Filippo in Fiorenza, prese a fare con suo commodo e la cominciò,
la cappella di Filippo Strozzi Vecchio in S. Maria Novella; ma fatto il cielo,
gli bisognò tornare a Roma, dove fece per il detto cardinale una sepoltura
di stucchi e di gesso, in uno spartimento della detta chiesa, una cappellina
allato a quella, et altre figure, delle quali Raffaellino del Garbo suo
discepolo ne lavorò alcune. Fu stimata la sopra detta cappella, da maestro
Lanzilago padoano e da Antonio detto Antoniasso romano pittori amendue
dei migliori che fussero allora in Roma, duemila ducati d'oro, senza le
spese degl'azzurri e de' garzoni. La quale somma riscossa che ebbe, Filippo
se ne tornò a Fiorenza dove finì la detta cappella degli Strozzi, la quale fu
tanto bene condotta e con tanta arte e disegno ch'ella fa maravigliare
chiunche la vede, per la novità e varietà delle bizzarrie che vi sono: uomini
armati, tempii, vasi, cimieri, armadure, trofei, aste, bandiere, abiti, calzari,
acconciature di capo, veste sacerdotali et altre cose con tanto bel modo
condotte, che merita grandissima comendazione. Et in questa opera dove è
la ressurezione di Drusiana per S. Giovanni Evangelista, si vede
mirabilmente espressa la maraviglia che si fanno i circostanti nel vedere un
uomo rendere la vita a una defunta con un semplice segno di croce, e più
che tutti gl'altri si maraviglia un sacerdote, o vero filosofo che sia, che ha
un vaso in mano, vestito all'antica. Parimente in questa medesima storia