Page 600 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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imitare il più bello della natura in tutte le figure, così scolpite come dipinte,
la qual parte viene dallo aver la mano e l'ingegno che raporti tutto quello
che vede l'occhio in sul piano, o disegni o in su fogli o tavola o altro piano,
giustissimo et a punto; e così di rilievo nella scultura; la maniera venne poi

la più bella, dall'avere messo in uso il frequente ritrarre le cose più belle; e
da quel più bello, o mani o teste o corpi o gambe aggiugnerle insieme e
fare una figura di tutte quelle bellezze che più si poteva; e metterla in uso
in ogni opera per tutte le figure, che per questo si dice esser bella maniera.

Queste cose non l'aveva fatte Giotto, né que' primi artefici, se bene eglino
avevano scoperto i principii di tutte queste difficoltà, e toccatele in

superficie, come nel disegno, più vero che non era prima e più simile alla
natura, e così l'unione de' colori et i componimenti delle figure nelle storie
e molte altre cose, da le quali a bastanza s'è ragionato. Ma se bene i
secondi agomentarono grandemente a queste arti tutte le cose dette di

sopra, elle non erano però tanto perfette, che elle finissino di aggiugnere
all'intero della perfezzione. Mancandoci ancora nella regola, una licenzia,
che non essendo di regola, fosse ordinata nella regola e potesse stare
senza fare confusione o guastare l'ordine, il quale aveva bisogno d'una

invenzione copiosa di tutte le cose e d'una certa bellezza continuata in ogni
minima cosa, che mostrasse tutto quell'ordine con più ornamento. Nelle
misure mancava uno retto giudizio, che senza che le figure fussino
misurate avessero in quelle grandezze, ch'elle eran fatte, una grazia che

eccedesse la misura. Nel disegno non v'erano gli estremi del fine suo,
perché se bene e' facevano un braccio tondo et una gamba diritta, non era
ricerca con muscoli con quella facilità graziosa e dolce che apparisce fra 'l
vedi e non vedi, come fanno la carne e le cose vive: ma elle erano crude, e

scorticate, che faceva difficoltà agli occhi e durezza nella maniera, alla
quale mancava una leggiadria di fare svelte e graziose tutte le figure e
massimamente le femmine et i putti con le membra naturali come agli
uomini, ma ricoperte di quelle grassezze e carnosità, che non siano goffe,

come li naturali, ma arteficiate dal disegno e dal giudizio.

Vi mancavano ancora la copia de' belli abiti, la varietà di tante bizzarrie, la
vaghezza de' colori, la università ne' casamenti e la lontananza e varietà
ne' paesi. Et avegna che molti di loro cominciassino come Andrea
Verrocchio, Antonio del Pollaiuolo e molti altri più moderni, a cercare di
fare le loro figure più studiate, e che ci apparisse dentro maggior disegno,

con quella imitazione più simile e più a punto alle cose naturali, nondimeno
e' non v'era il tutto ancora, che ci fusse l'una sicurtà più certa, che eglino
andavano inverso il buono e ch'elle fussino però approvate secondo l'opere

degli antichi, come si vide quando il Verrocchio rifece le gambe e le braccia
di marmo al Marsia di casa Medici in Fiorenza, mancando loro pure una fine
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