Page 605 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 605





formate per l'arte di gesso, e parimente teste di putti, che parevano usciti
di mano d'un maestro, ma nell'architettura ancora fé molti disegni così di
piante come d'altri edifizii e fu il primo ancora che, giovanetto, discoresse
sopra il fiume d'Arno per metterlo in canale da Pisa a Fiorenza. Fece

disegni di mulini, gualchiere et ordigni, che potessino andare per forza
d'acqua; e perché la professione sua volle che fusse la pittura, studiò assai
in ritrar di naturale, e qualche volta in far medaglie, di figure di terra, et
adosso a quelle metteva cenci molli interrati, e poi con pazienza si metteva

a ritrargli sopra a certe tele sottilissime di rensa o di pannilini adoperati, e
gli lavorava di nero e bianco con la punta del pennello, che era cosa
miracolosa, come ancora ne fa fede alcuni, che ne ho di sua mano, in sul
nostro libro de' disegni; oltre che disegnò in carta, con tanta diligenza e sì

bene, che in quelle finezze non è chi vi abbia aggiunto mai, che n'ho io una
testa di stile e chiaro scuro, che è divina, et era in quello ingegno infuso
tanta grazia da Dio, et una demostrazione sì terribile accordata con
l'intelletto e memoria che lo serviva, e col disegno delle mani sapeva sì

bene esprimere il suo concetto, che con i ragionamenti vinceva e con le
ragioni confondeva ogni gagliardo ingegno. Et ogni giorno faceva modegli e
disegni da potere scaricare con facilità monti e forargli per passare da un
piano a un altro, e per via di lieve e di argani e di vite mostrava potersi

alzare, e tirare pesi grandi, e modi da votar porti e trombe da cavare de'
luoghi bassi acque; ché quel cervello mai restava di ghiribizzare, de' quali
pensieri e fatiche se ne vede sparsi per l'arte nostra molti disegni, et io
n'ho visti assai. Oltre che perse tempo fino a disegnare gruppi di corde fatti

con ordine, e che da un capo seguissi tutto il resto fino a l'altro, tanto che
s'empiessi un tondo, che se ne vede in istampa uno difficilissimo e molto
bello, e nel mezzo vi sono queste parole: Leonardus Vinci Accademia; e fra
questi modegli e disegni ve n'era uno, col quale più volte a molti cittadini

ingegnosi, che allora governavano Fiorenza, mostrava volere alzare il
tempio di San Giovanni di Fiorenza, e sottomettervi le scalee, senza
ruinarlo, e con sì forti ragioni lo persuadeva, che pareva possibile,
quantunque ciascuno, poi che e' si era partito, conoscesse per se

medesimo l'impossibilità di cotanta impresa. Era tanto piacevole nella
conversazione che tirava a sé gl'animi delle genti. E non avendo egli, si può
dir, nulla, e poco lavorando, del continuo tenne servitori e cavalli, de' quali
si dilettò molto, e particularmente di tutti gl'altri animali, i quali con

grandissimo amore e pacienza governava. E mostrollo ché spesso
passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di
gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n'era chiesto, li lasciava in
aria a volo, restituendoli la perduta libertà. Laonde volle la natura tanto

favorirlo, che dovunque e' rivolse il pensiero, il cervello e l'animo, mostrò
   600   601   602   603   604   605   606   607   608   609   610