Page 604 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI LIONARDO DA VINCI PITTORE E SCULTORE FIORENTINO



Grandissimi doni si veggono piovere dagli influssi celesti ne' corpi umani
molte volte naturalmente, e sopra naturali, talvolta, strabocchevolmente
accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtù, in una maniera, che

dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che
lasciandosi dietro tutti gl'altri uomini, manifestamente si fa conoscere per
cosa (come ella è) largita da Dio e non acquistata per arte umana.

Questo lo videro gli uomini in Lionardo da Vinci, nel quale oltra la bellezza
del corpo, non lodata mai a bastanza, era la grazia più che infinita in
qualunque sua azzione; e tanta e sì fatta poi la virtù, che dovunque l'animo

volse nelle cose difficili, con facilità le rendeva assolute. La forza in lui fu
molta e congiunta con la destrezza, l'animo e 'l valore, sempre regio e
magnanimo. E la fama del suo nome tanto s'allargò, che non solo nel suo

tempo fu tenuto in pregio, ma pervenne ancora molto più ne' posteri dopo
la morte sua.

Veramente mirabile e celeste fu Lionardo, figliuolo di ser Piero da Vinci, e
nella erudizione e principii delle lettere arebbe fatto profitto grande, se egli
non fusse stato tanto vario et instabile. Perciò che egli si mise a imparare
molte cose e, cominciate, poi l'abbandonava. Ecco nell'abbaco egli in pochi

mesi ch'e' v'attese, fece tanto acquisto, che movendo di continuo dubbi e
difficultà al maestro che gl'insegnava, bene spesso lo confondeva. Dette
alquanto d'opera alla musica, ma tosto si risolvé a imparare a sonare la
lira, come quello che da la natura aveva spirito elevatissimo e pieno di

leggiadria; onde sopra quella cantò divinamente all'improvviso.
Nondimeno, benché egli a sì varie cose attendesse, non lasciò mai il
disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl'andavano a fantasia più
d'alcun'altra. Veduto questo, ser Piero, e considerato la elevazione di

quello ingegno, preso un giorno alcuni de' suoi disegni gli portò ad Andrea
del Verrochio, ch'era molto amico suo, e lo pregò strettamente che gli
dovesse dire se Lionardo, attendendo al disegno, farebbe alcun profitto.
Stupì Andrea nel veder il grandissimo principio di Lionardo, e confortò ser

Piero che lo facesse attendere, onde egli ordinò con Lionardo ch'e' dovesse
andare a bottega di Andrea; il che Lionardo fece volentieri oltre a modo. E
non solo esercitò una professione, ma tutte quelle ove il disegno si
interveniva. Et avendo uno intelletto tanto divino e maraviglioso che,

essendo bonissimo geometra, non solo operò nella scultura, facendo, nella
sua giovanezza, di terra alcune teste di femine che ridono, che vanno,
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