Page 607 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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pensare quello che vi si potesse dipignere su, che avesse a spaventare chi
le venisse contra, rappresentando lo effetto stesso che la testa già di
Medusa. Portò dunque Lionardo per questo effetto ad una sua stanza, dove
non entrava se non egli solo, lucertole, ramarri, grilli, serpe, farfalle,
locuste, nottole et altre strane spezie di simili animali: da la moltitudine de'
quali, variamente adattata insieme, cavò uno animalaccio molto orribile e
spaventoso, il quale avvelenava con l'alito e faceva l'aria di fuoco. E quello
fece uscire d'una pietra scura e spezzata, buffando veleno da la gola
aperta, fuoco dagl'occhi e fumo dal naso sì stranamente, che pareva
monstruosa et orribile cosa affatto. E penò tanto a farla, che in quella
stanza era il morbo degli animali morti troppo crudele, ma non sentito da
Lionardo, per il grande amore che portava nell'arte. Finita questa opera,
che più non era ricerca, né dal villano né dal padre, Lionardo gli disse, che
ad ogni sua comodità mandasse per la rotella, che quanto a lui era finita.
Andato dunque ser Piero una mattina a la stanza per la rotella e picchiato
alla porta, Lionardo gli aperse, dicendo che aspettasse un poco; e
ritornatosi nella stanza acconciò la rotella al lume in sul leggio et assettò la
finestra, che facesse lume abbacinato, poi lo fece passar dentro a vederla.
Ser Piero nel primo aspetto, non pensando alla cosa, subitamente si
scosse, non credendo che quella fosse rotella, né manco dipinto quel
figurato che e' vi vedeva. E tornando col passo a dietro, Lionardo lo tenne,
dicendo: "Questa opera serve per quel che ella è fatta. Pigliatela, dunque,
e portatela, ché questo è il fine, che dell'opere s'aspetta". Parse questa
cosa più che miracolosa a ser Piero, e lodò grandissimamente il capriccioso
discorso di Lionardo; poi, comperata tacitamente da un merciaio un'altra
rotella dipinta d'un cuore trapassato da uno strale, la donò al villano che ne
li restò obligato sempre mentre che e' visse. Appresso vendé ser Piero
quella di Lionardo secretamente in Fiorenza a certi mercatanti, cento
ducati. Et in breve ella pervenne a le mani del duca di Milano, vendutagli
300 ducati da detti mercatanti.
Fece poi Lionardo una Nostra Donna in un quadro, ch'era appresso papa
Clemente VII, molto eccellente. E fra l'altre cose che v'erano fatte,
contrafece una caraffa piena d'acqua con alcuni fiori dentro, dove oltra la
maraviglia della vivezza, aveva imitato la rugiada dell'acqua sopra, sì che
ella pareva più viva che la vivezza. Ad Antonio Segni, suo amicissimo, fece
in su un foglio un Nettuno condotto così di disegno con tanta diligenzia, che
e' pareva del tutto vivo. Vedevasi il mare turbato et il carro suo tirato da'
cavalli marini con le fantasime, l'orche, et i noti et alcune teste di dèi
marini, bellissime. Il quale disegno fu donato da Fabio suo figliuolo a
Messer Giovanni Gaddi, con questo epigramma: