Page 683 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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tiene un epitaffio, che di bellezza di volto e di corrispondenza della persona
non si può fare, né più grazioso, né meglio, oltre che v'è un paese che in
tutta perfezzione è singulare e bellissimo. Dappoi, continuando le camere
di palazzo, fece una storia del miracolo del Sacramento del corporale
d'Orvieto o di Bolsena, che eglino se 'l chiamino; nella quale storia si vede
al prete, mentre che dice messa, nella testa infocata di rosso, la vergogna
che egli aveva nel veder per la sua incredulità fatto liquefar l'Ostia in sul
corporale e che spaventato negli occhi e fuor di sé smarrito nel cospetto
de' suoi uditori, pare persona inrisoluta; e si conosce nell'attitudine delle
mani quasi il tremito e lo spavento che si suole in simili casi avere. Fecevi
Raffaello intorno molte varie e diverse figure, alcuni servono alla messa,
altri stanno su per una scala ginocchioni, et alterate dalla novità del caso
fanno bellissime attitudini in diversi gesti, esprimendo in molte uno affetto
di rendersi in colpa, e tanto ne' maschi, quanto nelle femmine, fra le quali
ve n'ha una che a' piè della storia da basso siede in terra tenendo un putto
in collo, la quale sentendo il ragionamento che mostra un'altra di dirle del
caso successo al prete, maravigliosamente si storce mentre che ella
ascolta ciò, con una grazia donnesca molto propria e vivace. Finse dall'altra
banda papa Giulio che ode quella messa, cosa maravigliosissima, dove
ritrasse il cardinale di San Giorgio et infiniti; e nel rotto della finestra
accomodò una salita di scalee che la storia mostra intera, anzi pare che, se
il vano di quella finestra non vi fosse, quella non sarebbe stata punto bene.
Laonde veramente si gli può dar vanto che nelle invenzioni dei
componimenti di che storie si fossero nessuno già mai più di lui nella
pittura è stato accomodato et aperto e valente come mostrò ancora in
questo medesimo luogo dirimpetto a questa in una storia quando San Piero
nelle mani d'Erode in prigione è guardato dagli armati, dove tanta è
l'architettura che ha tenuto in tal cosa e tanta la discrezione nel casamento
della prigione che invero gli altri appresso a lui hanno più di confusione
ch'egli non ha di bellezza; avendo egli cercato di continuo figurare le storie
come elle sono scritte e farvi dentro cose garbate et eccellenti, come
mostra in questa l'orrore della prigione nel veder legato fra que' due armati
con le catene di ferro quel vecchio, il gravissimo sonno nelle guardie et il
lucidissimo splendor dell'Angelo nelle scure tenebre della notte
luminosamente far discernere tutte le minuzie delle carcere e
vivacissimamente risplendere l'armi di coloro, in modo che i lustri paiono
bruniti più che se fussino verissimi e non dipinti. Né meno arte et ingegno è
nello atto quando egli sciolto da le catene esce fuor di prigione
accompagnato dall'Angelo, dove mostra nel viso San Piero più tosto
d'essere un sogno, che visibile, come ancora si vede terrore e spavento in
altre guardie che armate fuor della prigione sentono il romore de la porta