Page 687 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Pingant sola alii, referantque coloribus ora;
Ceciliae os Raphael atque animum explicuit.
Fece ancora doppo questo un quadretto di figure piccole, oggi in Bologna
medesimamente in casa il conte Vincenzio Arcolano, dentrovi un Cristo a
uso di Giove in cielo e d'attorno i quattro Evangelisti, come gli descrive
Ezechiel; uno a guisa di uomo e l'altro di leone e quello d'aquila e di bue,
con un paesino sotto figurato per la terra, non meno raro e bello nella sua
piccolezza che sieno l'altre cose sue nelle grandezze loro. A Verona mandò
della medesima bontà un gran quadro ai conti da Canossa, nel quale è una
Natività di Nostro Signore bellissima con una aurora molto lodata, sì come
è ancora Santa Anna; anzi tutta l'opera, la quale non si può meglio lodare
che dicendo che è di mano di Raffaello da Urbino. Onde que' conti
meritamente l'hanno in somma venerazione; né l'hanno mai, per
grandissimo prezzo che sia stato loro offerto da molti prìncipi, a niuno
voluto concederla. Et a Bindo Altoviti fece il ritratto suo quando era
giovane che è tenuto stupendissimo. E similmente un quadro di Nostra
Donna che egli mandò a Fiorenza, il qual quadro è oggi nel palazzo del
duca Cosimo nella cappella delle stanze nuove e da me fatte e dipinte, e
serve per tavola dell'altare, et in esso è dipinta una Santa Anna
vecchissima a sedere, la quale porge alla Nostra Donna il suo Figliuolo di
tanta bellezza ne l'ignudo e nelle fatezze del volto che nel suo ridere
rallegra chiunque lo guarda; senzaché Raffaello mostrò nel dipignere la
Nostra Donna tutto quello che di bellezza si può fare nell'aria di una
Vergine, dove sia accompagnata negli occhi modestia, nella fronte onore,
nel naso grazia e nella bocca virtù, senzaché l'abito suo è tale che mostra
una semplicità et onestà infinita. E nel vero io non penso che per tanta
cosa si possa veder meglio; èvvi un San Giovanni a sedere ignudo et
un'altra Santa ch'è bellissima anch'ella. Così per campo vi è un casamento,
dove egli ha finto una finestra impannata che fa lume alla stanza dove le
figure son dentro.
Fece in Roma un quadro di buona grandezza, nel quale ritrasse papa
Leone, il cardinale Giulio de' Medici e il cardinale de' Rossi, nel quale si
veggono non finte, ma di rilievo tonde le figure; quivi è il veluto che ha il
pelo, il damasco a dosso a quel Papa, che suona e lustra; le pelli della
fodera morbide e vive, e gli ori e le sete contrafatti sì che non colori, ma
oro e seta paiono. Vi è un libro di carta pecora miniato che più vivo si
mostra che la vivacità, et un campanello d'argento lavorato, che non si può
dire quanto è bello. Ma fra l'altre cose vi è una palla della seggiola brunita
e d'oro nella quale, a guisa di specchio, si ribattono (tanta è la sua