Page 690 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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due sopra le finestre e due altre in quelle libere. Era in uno lo incendio di
Borgo Vecchio di Roma che, non possendosi spegnere il fuoco, San Leone
IIII si fa alla loggia di palazzo e con la benedizzione lo estingue
interamente. Nella quale storia si veggiono diversi pericoli figurati, da una
parte vi sono femmine che dalla tempesta del vento, mentre elle portano
acqua per ispegnere il fuoco con certi vasi in mano et in capo, sono aggirati
loro i capegli et i panni con una furia terribilissima; altri che si studiano
buttare acqua, accecati dal fummo, non cognoscono se stessi. Dall'altra
parte v'è figurato, nel medesimo modo che Vergilio descrive che Anchise fu
portato da Enea, un vecchio ammalato, fuor di sé per l'infermità e per le
fiamme del fuoco; dove si vede nella figura del giovane, l'animo e la forza
et il patire di tutte le membra dal peso del vecchio abbandonato a dosso a
quel giovane; seguitalo una vecchia scalza e sfibbiata che viene fuggendo il
fuoco et un fanciulletto 'gnudo, loro innanzi. Così dal sommo d'una rovina si
vede una donna ignuda tutta rabbuffata la quale avendo il figliuolo in
mano, lo getta ad un suo, che è campato dalle fiame e sta nella strada in
punta di piede a braccia tese per ricevere il fanciullo in fasce; dove non
meno si conosce in lei l'affetto del cercare di campare il figliuolo che il
patire di sé nel pericolo dello ardentissimo fuoco che la avvampa; né meno
passione si scorge in colui che lo piglia, per cagione d'esso putto che per
cagion del proprio timor della morte; né si può esprimere quello che si
imaginò questo ingegnosissimo e mirabile artefice in una madre che,
messosi i figlioli innanzi, scalza, sfibbiata, scinta e rabbuffato il capo, con
parte delle veste in mano, gli batte perché e' fugghino dalla rovina e da
quello incendio del fuoco. Oltre che vi sono ancor alcune femmine che,
inginocchiate dinanzi al Papa, pare che prieghino Sua Santità che faccia
che tale incendio finisca.
L'altra storia è del medesimo S. Leon IIII dove ha finito il porto di Ostia
occupato da una armata di Turchi, che era venuta per farlo prigione.
Veggonvisi i Cristiani combattere in mare l'armata e già al porto esser
venuti prigioni infiniti che d'una barca escano tirati da certi soldati per la
barba con bellissime cere e bravissime attitudini e con una differenza di
abiti da galeotti sono menati innanzi a S. Leone che è figurato e ritratto
per papa Leone X. Dove fece Sua Santità in pontificale, in mezzo del
cardinale Santa Maria in Portico, cioè Bernardo Divizio da Bibbiena, e Giulio
de' Medici cardinale che fu poi Papa Clemente. Né si può contare
minutissimamente le belle avvertenze che usò questo ingegnosissimo
artefice nelle arie de' prigioni, che senza lingua si conosce il dolore, la
paura e la morte. Sono nelle altre due storie quando papa Leone X sagra il
re cristianissimo Francesco I di Francia, cantando la messa in pontificale e
benedicendo gli olii per ugnerlo et insieme la corona reale: dove, oltra il