Page 695 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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venuto in migliore età, esser troppo lontano dal vero. Perciò che vedendo
egli l'opere di Lionardo da Vinci, il quale nell'arie delle teste, così di maschi
come di femmine, non ebbe pari e nel dar grazia alle figure e ne' moti
superò tutti gl'altri pittori, restò tutto stupefatto e maravigliato; et

insomma, piacendogli la maniera di Lionardo più che qualunche altra
avesse veduta mai, si mise a studiarla e lasciando, se bene con gran fatica
a poco a poco la maniera di Pietro, cercò, quanto seppe e poté il più,
d'imitare la maniera di esso Lionardo. Ma per diligenza o studio che

facesse, in alcune difficultà non poté mai passare Lionardo; e se bene pare
a molti che egli lo passasse nella dolcezza et in una certa facilità naturale,
egli nondimeno non gli fu punto superiore in un certo fondamento terribile
di concetti e grandezza d'arte, nel che pochi sono stati pari a Lionardo. Ma

Raffaello se gli è avvicinato bene più che nessuno altro pittore, e
massimamente nella grazia de' colori.

Ma tornando a esso Raffaello, gli fu col tempo di grandissimo disaiuto e
fatica quella maniera che egli prese di Pietro, quando era giovanetto; la
quale prese agevolmente per essere minuta, secca e di poco dissegno;
perciò che, non potendosela dimenticare, fu cagione che con molta

difficultà imparò la bellezza degl'ignudi et il modo degli scorti difficili dal
cartone, che fece Michelagnolo Buonarroti per la sala del Consiglio di
Fiorenza, et un altro che si fusse perso d'animo, parendogli avere insino
allora gettato via il tempo, non arebbe mai fatto, ancor che di bellissimo

ingegno, quello che fece Raffaello, il quale smorbatosi e levatosi da dosso
quella maniera di Pietro per apprender quella di Michelagnolo piena di
difficultà in tutte le parti, diventò quasi di maestro nuovo discepolo; e si
sforzò con incredibile studio di fare, essendo già uomo, in pochi mesi quello

che arebbe avuto bisogno di quella tenera età che meglio apprende ogni
cosa e de lo spazzio di molti anni. E nel vero chi non impara a buon'ora i
buoni principii e la maniera che vuol seguitare et a poco a poco non va
facilitando con l'esperienza le difficultà dell'arti, cercando d'intendere le

parti e metterle in pratica, non diverrà quasi mai perfetto; e se pure
diverrà, sarà con più tempo e molto maggior fatica. Quando Raffaello si
diede a voler mutare e migliorare la maniera, non aveva mai dato opera
agl'ignudi con quello studio che si ricerca, ma solamente gli aveva ritratti di

naturale, nella maniera che aveva veduto fare a Pietro suo maestro,
aiutandogli con quella grazia che aveva dalla natura. Datosi dunque allo
studiare gl'ignudi et a riscontrare i musculi delle notomie e degl'uomini
morti e scorticati con quelli de' vivi, che per la coperta della pelle non

appariscono terminati nel modo che fanno levata la pelle, e veduto poi in
che modo si facciano carnosi e dolci ne' luoghi loro e come nel girare delle
vedute si facciano con grazia certi storcimenti, e parimente gl'effetti del
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