Page 696 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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gonfiare et abbassare et alzare o un membro o tutta la persona, et oltre
ciò l'incatenatura dell'ossa, de' nervi e delle vene; si fecce eccellente in
tutte le parti che in uno ottimo dipintore sono richieste. Ma, conoscendo
nondimeno che non poteva in questa parte arrivare alla perfezzione di

Michelagnolo, come uomo di grandissimo giudizio, considerò che la pittura
non consiste solamente in fare uomini nudi, ma che ell'ha il campo largo e
che fra i perfetti dipintori si possono anco coloro annoverare che sanno
esprimere bene e con facilità l'invenzioni delle storie et i loro capricci con

bel giudizio e che nel fare i componimenti delle storie chi sa non
confonderle col troppo et anco farle non povere col poco, ma con bella
invenzione et ordine accomodarle, si può chiamare valente e giudizioso
artefice. A questo, sì come bene andò pensando Raffaello, s'aggiugne lo

arrichirle con la varietà e stravaganza delle prospettive, de' casamenti e
de' paesi, il leggiadro modo di vestire le figure, il fare che elle si perdino
alcuna volta nello scuro et alcuna volta venghino innanzi col chiaro; il fare
vive e belle le teste delle femmine, de' putti, de' giovani e de' vecchi e dar

loro, secondo il bisogno, movenza e bravura. Considerò anco quanto
importi la fuga de' cavalli nelle battaglie, la fierezza de' soldati, il saper
fare tutte le sorti d'animali e sopra tutto il far in modo nei ritratti somigliar
gl'uomini che paino vivi e si conoschino per chi eglino sono fatti et altre

cose infinite, come sono abigliamenti di panni, calzari, celate, armadure,
acconciature, di femmine, capegli, barbe, vasi, alberi, grotte, sassi, fuochi,
arie torbide e serene, nuvoli, pioggie, saette, sereni, notte, lumi di luna,
splendori di sole et infinite altre cose, che seco portano ognora i bisogni

dell'arte della pittura.
Queste cose, dico, considerando Raffaello, si risolvé, non potendo

aggiungere Michelagnolo in quella parte dove egli aveva messo mano, di
volerlo in queste altre pareggiare e forse superarlo; e così si diede, non ad
imitare la maniera di colui, per non perdervi vanamente il tempo, ma a
farsi un ottimo universale in queste altre parti che si sono raccontate. E se

così avessero fatto molti artefici dell'età nostra che, per aver voluto
seguitare lo studio solamente delle cose di Michelagnolo, non hanno
imitato lui, né potuto aggiugnere a tanta perfezzione, eglino non arebbono
faticato in vano, né fatto una maniera molto dura, tutta piena di difficultà,

senza vaghezza, senza colorito e povera d'invenzione, là dove arebbono
potuto cercando d'essere universali e d'imitare l'altre parti, essere stati a
se stessi et al mondo di giovamento. Raffaello adunque, fatta questa
risoluzione e conosciuto che fra' Bartolomeo di San Marco aveva un assai

buon modo di dipignere, disegno ben fondato et una maniera di colorito
piacevole, ancor che talvolta usasse troppo gli scuri per dar maggior rilievo,
prese da lui quello che gli parve secondo il suo bisogno e capriccio, cioè un
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