Page 688 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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chiarezza) i lumi de le finestre, le spalle del Papa et il rigirare delle stanze;
e sono tutte queste cose condotte con tanta diligenza che credasi pure, e
sicuramente, che maestro nessuno di questo meglio non faceria né abbia a
fare. La quale opera fu cagione che il Papa di premio grande lo rimunerò, e
questo quadro si trova ancora in Fiorenza nella guardaroba del Duca. Fece
similmente il Duca Lorenzo e 'l Duca Giuliano con perfezzione non più da
altri che da esso dipinta nella grazia del colorito, i quali sono appresso agli
eredi di Ottaviano de' Medici in Fiorenza. Laonde di grandezza fu la gloria
di Raffaello accresciuta e de' premii parimente, perché per lasciare
memoria di sé fece murare un palazzo a Roma in Borgo Nuovo, il quale
Bramante fece condurre di getto; per queste e molte altre opere, essendo
passata la fama di questo nobilissimo artefice insino in Francia et in
Fiandra, Alberto Durero tedesco, pittore mirabilissimo et intagliatore di
rame di belissime stampe, divenne tributario delle sue opere a Raffaello e
gli mandò la testa d'un suo ritratto condotta da lui a guazzo su una tela di
bisso, che da ogni banda mostrava parimente e senza biacca i lumi
trasparenti, se non che con acquerelli di colori era tinta e macchiata, e de'
lumi del panno aveva campato i chiari, la quale cosa parve maravigliosa a
Raffaello, perché egli gli mandò molte carte disegnate di man sua, le quali
furono carissime ad Alberto. Era questa testa fra le cose di Giulio Romano,
ereditario di Raffaello in Mantova. Avendo dunque veduto Raffaello lo
andare nelle stampe d'Alberto Durero, volonteroso ancor egli di mostrare
quel che in tale arte poteva, fece studiare Marco Antonio Bolognese in
questa pratica infinitamente, il quale riuscì tanto eccellente che gli fece
stampare le prime cose sue: la carta degli Innocenti, un Cenacolo, il
Nettuno e la Santa Cecilia quando bolle nell'olio.
Fece poi Marco Antonio per Raffaello un numero di stampe, le quali
Raffaello donò poi al Baviera suo garzone ch'aveva cura d'una sua donna,
la quale Raffaello amò sino alla morte e di quella fece un ritratto bellissimo
che pareva viva viva, il quale è oggi in Fiorenza appresso il gentilissimo
Matteo Botti, mercante fiorentino, amico e familiare d'ogni persona
virtuosa e massimamente dei pittori, tenuta da lui come reliquia per
l'amore che egli porta all'arte e particularmente a Raffaello. Né meno di lui
stima l'opere dell'arte nostra e gli artefici il fratello suo Simon Botti, che
oltra lo esser tenuto da tutti noi per uno de' più amorevoli che faccino
beneficio agli uomini di queste professioni è da me particulare tenuto e
stimato per il migliore e maggiore amico che si possa per lunga esperienza
aver caro; oltra al giudicio buono che egli ha e mostra nelle cose dell'arte.
Ma, per tornare alle stampe, il favorire Raffaello il Baviera fu cagione che si
destasse poi Marco da Ravenna et altri infiniti, per sì fatto modo che le
stampe in rame fecero, de la carestia loro, quella copia che al presente