Page 723 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Fiesole, suo creato, che ha poi molte opere lavorato in Roma et altrove; e
la Madonna fece Silvio Cosini da Fiesole, ma non fu messa su subito che fu
fatta, il che fu l'anno MDXXII, perché Andrea si morì e fu sotterrato dalla
Compagnia dello Scalzo ne' Servi.

E Silvio poi, posta su la detta Madonna e finita di tutto punto la detta
sepoltura dello Strozzi, seguitò l'arte della scultura con fierezza

straordinaria, onde ha poi molte cose lavorato leggiadramente e con bella
maniera, et ha passato infiniti e massimamente in bizzarria di cose alla
grottesca, come si può vedere nella sagrestia di Michelagnolo Buonarroti in
alcuni capitelli di marmo intagliati sopra i pilastri delle sepolture con alcune

maschere tanto bene straforate che non è possibile veder meglio. Nel
medesimo luogo fece alcune fregiature di maschere che gridano, molto
belle; per che, veduto il Buonarroto l'ingegno e la pratica di Silvio, gli fece
cominciare alcuni trofei per fine di quelle sepolture, ma rimasono imperfetti

insieme con altre cose per l'assedio di Firenze. Lavorò Silvio una sepoltura
per i Minerbetti nella loro cappella nel tramezzo della chiesa di Santa Maria
Novella, tanto bene quanto sia possibile, perché, oltre la cassa, che è di bel
garbo, vi sono intagliate alcune targhe, cimieri et altre bizzarrie con tanto

disegno quanto si possa in simile cosa desiderare. Essendo Silvio a Pisa,
l'anno MDXXVIII, vi fece un Angelo che mancava sopra una colonna
all'altare maggiore del Duomo, per riscontro di quello del Tribolo, tanto
simile al detto che non potrebbe essere più quando fussero d'una

medesima mano. Nella chiesa di Monte Nero vicino a Livorno fece una
tavoletta di marmo con due figure ai frati Ingesuati; et in Volterra fece la
sepoltura di Messer Raffaello Volaterrano, uomo dottissimo, nella quale lo
ritrasse di naturale sopra una cassa di marmo con alcuni ornamenti e

figure. Essendo poi mentre era l'assedio intorno a Firenze, Niccolò Caponi
onoratissimo cittadino, morto in Castel Nuovo della Garfagnana nel
ritornare da Genoa, dove era stato ambasciatore della sua republica
all'imperatore, fu mandato con molta fretta Silvio a formarne la testa,

perché poi ne facesse una di marmo, sì come n'aveva condotto una di cera
bellissima. E perché abitò Silvio qualche tempo con tutta la famiglia in Pisa,
essendo della Compagnia della Misericordia, che in quella città
accompagna i condannati alla morte insino al luogo della iustizia, gli venne

una volta capriccio, essendo sagrestano, della più strana cosa del mondo.
Trasse una notte il corpo d'uno, che era stato impiccato il giorno inanzi,
della sepoltura, e dopo averne fatto notomia per conto dell'arte, come
capriccioso e forse maliastro e persona che prestava fede agl'incanti e

simili sciocchezze, lo scorticò tutto, et acconciata la pelle, secondo che
gl'era stato insegnato, se ne fece, pensando che avesse qualche gran virtù,
un coietto, e quello portò per alcun tempo sopra la camicia, senza che
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