Page 724 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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nessuno lo sapesse già mai. Ma essendone una volta sgridato da un buon
padre, a cui confessò la cosa, si trasse costui di dosso il coietto e, secondo
che dal frate gli fu imposto, lo ripose in una sepoltura. Molte altre simili
cose si potrebbono raccontare di costui, ma non facendo al proposito della
nostra storia si passono con silenzio.
Essendogli morta la prima moglie in Pisa, se n'andò a Carrara e qui
standosi a lavorare alcune cose, prese un'altra donna, colla quale non
molto dopo se n'andò a Genoa, dove, stando a' servigii del Principe Doria,
fece di marmo sopra la porta del suo palazzo un'arme bellissima e per tutto
il palazzo molti ornamenti di stucchi, secondo che da Perino del Vaga
pittore gli erano ordinati; fecevi anco un bellissimo ritratto di marmo di
Carlo V imperatore. Ma perché Silvio per suo natural costume non
dimorava mai lungo tempo in un luogo, né aveva fermezza, increscendogli
lo stare troppo bene in Genova, si mise in cammino per andare in Francia,
ma partitosi prima che fusse al Monsanese tornò indietro e, fermatosi in
Milano, lavorò nel Duomo alcune storie e figure e molti ornamenti con sua
molta lode. E finalmente vi si morì d'età d'anni quarantacinque.
Fu costui di bello ingegno, capriccioso e molto destro in ogni cosa e
persona che seppe condurre con molta diligenza qualunche cosa si metteva
fra mano; si dilettò di comporre sonetti e di cantare all'improvviso, e nella
sua prima giovanezza attese all'armi. Ma se egli avesse fermo il pensiero
alla scultura et al disegno, non arebbe avuto pari; e come passò Andrea
Ferruzzi suo maestro, così arebbe ancora, vivendo, passato molti altri
ch'hanno avuto nome d'eccellenti maestri.
Fiorì ne' medesimi tempi d'Andrea e di Silvio un altro scultore fiesolano,
detto il Cicilia, il quale fu persona molto pratica; vedesi di sua mano nella
chiesa di San Iacopo in campo Corbolini di Fiorenza la sepoltura di Messer
Luigi Tornabuoni cavaliere, la quale è molto lodata e massimamente per
avere egli fatto lo scudo dell'arme di quel cavaliere nella testa d'un cavallo,
quasi per mostrare, secondo gl'antichi, che dalla testa del cavallo fu
primieramente tolta la forma degli scudi. Ne' medesimi tempi ancora
Antonio da Carrara, scultore rarissimo, fece in Palermo al Duca di Monte
Lione, di casa Pignatella napoletano e viceré di Cicilia, tre statue, cioè tre
Nostre Donne in diversi atti e maniere, le quali furono poste sopra tre altari
nel Duomo di Monte Lione in Calabria. Fece al medesimo alcune storie di
marmo che sono in Palermo. Di costui rimase un figliuolo, che è oggi
scultore, anch'egli, e non meno eccellente che si fusse il padre.