Page 738 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI BENEDETTO DA ROVEZZANO SCULTORE FIORENTINO
Gran dispiacere, mi penso io, che sia quello di coloro che, avendo fatto
alcuna cosa ingegnosa, quando sperano goderla nella vecchiezza e vedere
le prove e le bellezze degl'ingegni altrui in opere somiglianti alle loro e
potere conoscere quanto di perfezzione abbia quella parte che essi hanno
esercitato, si trovano dalla fortuna contraria o dal tempo o cattiva
complessione o altra causa privi del lume degl'occhi. Onde non possono
come prima facevano conoscere né il difetto, né la perfezzione di coloro
che sentono esser vivi et esercitarsi nel loro mestiero. E molto più credo gli
attristi il sentire le lode de' nuovi, non per invidia, ma per non potere essi
ancora esser giudici, si quella fama viene a ragione o no. La qual cosa
avvenne [a] Benedetto da Rovezzano scultore fiorentino, del quale al
presente scriviamo la vita, acciò sappia il mondo quanto egli fusse valente
e pratico scultore e con quanta diligenza campasse il marmo spiccato,
facendo cose meravigliose. Fra le prime di molte opre che costui lavorò in
Firenze, si può annoverare un camino di macigno ch'è in casa di
Pierfrancesco Borgherini, dove sono di sua mano intagliati capitegli, fregi et
altri molti ornamenti straforati con diligenza. Parimente in casa di Messer
Bindo Altoviti è di mano del medesimo un camino et uno acquaio di
macigno con alcune altre cose molto sottilmente lavorate, ma quanto
appartiene all'architettura, col disegno di Iacopo Sansovino allora giovane.
L'anno poi 1512, essendo fatta allogazione a Benedetto d'una sepoltura di
marmo con ricco ornamento nella cappella maggiore del Carmine di
Firenze, per Piero Soderini stato gonfaloniere in Fiorenza, fu quella opera
con incredibile diligenza da lui lavorata, perché, oltre ai fogliami et intagli
di morte e figure, vi fece di basso rilievo un padiglione a uso di panno nero,
di paragone, con tanta grazia e con tanto bel pulimento e lustro, che quella
pietra pare più tosto un bellissimo raso nero che pietra di paragone. E per
dirlo brevemente: tutto quello che è di mano di Benedetto in tutta questa
opera, non si può tanto lodare che non sia poco. E perché attese anco
all'architettura si rassettò col disegno di Benedetto, a Santo Apostolo di
Firenze, la casa di Messer Oddo Altoviti, patrone e priore di quella chiesa; e
Benedetto vi fece di marmo la porta principale e, sopra la porta della casa,
l'arme degl'Altoviti di pietra di macigno et in essa il lupo scorticato, secco e
tanto spiccato a torno, che par quasi disgiunto dal corpo dell'arme, con
alcuni svolazzi trasforati e così sottili, che non di pietra, ma paiono di
sottilissima carta. Nella medesima chiesa fece Benedetto sopra le due
cappelle di Messer Bindo Altoviti, dove Giorgio Vasari aretino dipinse a olio