Page 742 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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molto più bello degli altri. Nella venuta di papa Leone Decimo in Fiorenza,
fece Baccio fra il palagio del podestà e badia un arco trionfale bellissimo di
legname e di terra e molte cose piccole che si sono smarrite e sono per le
case de' cittadini. Ma venutogli a noia lo stare a Fiorenza, se n'andò a
Lucca, dove lavorò alcune opere di scultura, ma molte più d'architettura, in
servigio di quella città; e particolarmente il bello e ben composto tempio di
San Paulino, avvocato de' Lucchesi, con buona e dotta intelligenza di
dentro e di fuori e con molti ornamenti. Dimorando dunque in quella città
infino al 88 anno della sua età, vi finì il corso della vita, et in San Paulino
predetto ebbe onorata sepoltura da coloro che egli aveva in vita onorato.
Fu coetaneo di costui Agostino Milanese, scultore et intagliatore molto
stimato, il quale in Santa Marta di Milano cominciò la sepoltura de
Monsignor di Fois, oggi rimasa imperfetta; nella quale si veggiono ancora
molte figure grandi e finite et alcune mezze fatte et abbozzate, con assai
storie di mezzo rilievo in pezzi e non murate e con moltissimi fogliami e
trofei. Fece anco un'altra sepoltura, che è finita e murata in San Francesco,
fatta a' Biraghi, con sei figure grandi et il basamento storiato, con altri
bellissimi ornamenti che fanno fede della pratica e maestria di quel
valoroso artefice.
Lasciò Baccio alla morte sua, fra gl'altri figliuoli, Raffaello, che attese alla
scultura e non pure paragonò suo padre, ma lo passò di gran lunga. Questo
Raffaello, cominciando nella sua giovanezza a lavorare di terra, di cera e di
bronzo, s'acquistò nome d'eccellente scultore e perciò, essendo condotto
da Antonio da San Gallo a Loreto, insieme con molti altri per dar fine
all'ornamento di quella camera, secondo l'ordine lasciato da Andrea
Sansovino, finì del tutto Raffaello lo Sposalizio di Nostra Donna, stato
cominciato dal detto Sansovino, conducendo molte cose a perfezzione con
bella maniera, parte sopra le bozze d'Andrea, parte di sua fantasia. Onde
fu meritamente stimato de' migliori artefici che vi lavorassino al tempo suo.
Finita quell'opera, Michelagnolo mise mano, per ordine di papa Clemente
Settimo, a dar fine, secondo l'ordine cominciato, alla sagrestia nuova et
alla libreria di San Lorenzo di Firenze; onde Michelagnolo, conosciuta la
virtù di Raffaello, si servì di lui in quell'opera, e fra l'altre cose gli fece fare,
secondo il modello che n'aveva egli fatto, il San Damiano di marmo che è
oggi in detta sagrestia, statua bellissima e sommamente lodata da
ognuno. Dopo la morte di Clemente, trattenendosi Raffaello appresso al
duca Alessandro de' Medici, che allora faceva edificare la fortezza del
Prato, gli fece di pietra bigia in una punta del baluardo principale di detta
fortezza, cioè dalla parte di fuori, l'arme di Carlo Quinto imperatore, tenuta
da due Vittorie ignude e grandi quanto il vivo, che furono e sono molto
lodate. E nella punta d'un altro, cioè verso la città dalla parte di