Page 739 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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la tavola della Concezzione, la sepoltura di marmo del detto Messer Oddo,
con un ornamento intorno, pieno di lodatissimi fogliami e la cassa
parimente bellissima. Lavorò ancora Benedetto a concorrenza di Iacopo
Sansovino e di Baccio Bandinelli, come si è detto, uno degli Apostoli di
quattro braccia e mezzo per Santa Maria del Fiore, cioè un San Giovanni
Evangelista, che è figura assai ragionevole e lavorata con buon disegno e
pratica. La quale figura è nell'Opera in compagnia dell'altre.
L'anno poi 1515, volendo i capi e maggiori dell'Ordine di Vallombrosa
traslatar il corpo di San Giovanni Gualberto dalla Badia di Passignano nella
chiesa di Santa Trinita di Fiorenza, badia del medesimo Ordine, feciono
fare a Benedetto il disegno e metter mano a una cappella e sepoltura
insieme, con grandissimo numero di figure tonde e grandi quanto il vivo,
che accomodatamente venivano nel partimento di quell'opera in alcune
nicchie tramezzate di pilastri, pieni di fregiature e di grottesche intagliate
sottilmente. E sotto a tutta questa opera aveva ad essere un basamento
alto un braccio e mezzo, dove andavano storie della vita di detto San
Giovangualberto et altri infiniti ornamenti avevano a essere intorno alla
cassa e per finimento dell'opera. In questa sepoltura dunque lavorò
Benedetto, aiutato da molti intagliatori, dieci anni continui, con
grandissima spesa di quella Congregazione, e condusse a fine quel lavoro
nelle case del Guarlondo, luogo vicino a San Salvi, fuor della porta alla
Croce, dove abitava quasi di continuo il generale di quell'Ordine che faceva
far l'opera. Benedetto dunque condusse di maniera questa cappella e
sepoltura, che fece stupire Fiorenza. Ma come volle la sorte (essendo anco
i marmi e l'opere egregie degl'uomini eccellenti sottoposte alla fortuna)
essendosi fra que' monaci, dopo molte discordie, mutato governo, si rimase
nel medesimo luogo quell'opera imperfetta insino al 1530. Nel qual tempo,
essendo la guerra intorno a Fiorenza, furono da e' soldati guaste tante
fatiche e quelle teste lavorate con tanta diligenza spiccate empiamente da
quelle figurine et in modo rovinato e spezzato ogni cosa, che que' monaci
hanno poi venduto il rimanente per piccolissimo prezzo. E chi ne vuole
veder una parte, vada nell'Opera di Santa Maria del Fiore, dove ne sono
alcuni pezzi stati comperi per marmi rotti, non sono molti anni, dai ministri
di quel luogo. E nel vero sì come si conduce ogni cosa a buon fine in que'
monasteri e luoghi dove è la concordia e la pace, così per lo contrario dove
non è se non ambizione e discordia, niuna cosa si conduce mai a
perfezzione, né a lodato fine; perché quanto acconcia un buono e savio in
cento anni, tanto rovina un ignorante villano e pazzo in un giorno. E pare
che la sorte voglia, che bene spesso coloro che manco sanno e di niuna
cosa virtuosa si dilettano, siano sempre quelli che comandino e governino,
anzi rovinino ogni cosa; sì come anco disse de' principi secolari non meno