Page 743 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mezzogiorno, fece l'arme del detto duca Alessandro della medesima pietra
con due figure. E non molto dopo lavorò un Crucifisso grande di legno per
le monache di Santa Apollonia. E per Alessandro Antinori, allora nobilissimo
e ricchissimo mercante fiorentino, nelle nozze d'una sua figliuola, un
apparato ricchissimo con statue, storie e molti altri ornamenti bellissimi.
Andato poi a Roma, dal Buonarroto gli furono fatte fare due figure di
marmo, grandi braccia cinque, per la sepoltura di Giulio Secondo a San
Pietro in Vincula, murata e finita allora da Michelagnolo. Ma amalandosi
Rafaello mentre faceva questa opera, non poté mettervi quello studio e
diligenza che era solito, onde ne perdé di grado e sodisfece poco a
Michelagnolo. Nella venuta di Carlo Quinto imperatore a Roma, facendo
fare papa Paulo Terzo un apparato degno di quell'invittissimo principe, fece
Raffaello in sul ponte Santo Agnolo di terra e stucchi quattordici statue
tanto belle ch'elle furono giudicate le migliori che fussero state fatte in
quell'apparato; e, che è più, le fece con tanta prestezza, che fu a tempo a
venir a Firenze, dove si aspettava similmente l'imperatore, a fare nello
spazio di cinque giorni, e non più, in sulla coscia del ponte a Santa Trinita
due fiumi di terra di nove braccia l'uno: cioè il Reno per la Germania et il
Danubio per l'Ungheria. Dopo, essendo condotto a Orvieto, fece di marmo
in una capella dove aveva prima fatto il Mosca, scultore eccellente, molti
ornamenti bellissimi, di mezzo rilievo la storia de' Magi, che riuscì opera
molto bella per la varietà di molte figure che egli vi fece con assai buona
maniera. Tornato poi a Roma, da Tiberio Crispo, castellano allora di Castel
Sant'Agnolo, fu fatto architetto di quella gran mole, onde egli vi acconciò et
ornò molte stanze con intagli di molte pietre e mischi di diverse sorti ne'
camini, finestre e porte. Fecegli, oltre ciò, una statua di marmo alta cinque
braccia, cioè l'Angelo di Castello, che è in cima del torrion quadro di mezzo,
dove sta lo stendardo, a similitudine di quello che apparve a San Gregorio,
quando avendo pregato per il popolo oppresso da crudelissima pestilenza,
lo vide rimettere la spada nella guaina. Appresso, essendo il detto Crispo
fatto cardinale, mandò più volte Raffaello a Bolsena dove fabricava un
palazzo. Né passò molto che il reverendissimo cardinale Salviati e Messer
Baldassarri Turrini da Pescia diedero a fare a Raffaello, già toltosi da quella
servitù del Castello e del cardinale Crispo, la statua di papa Leone, che è
oggi sopra la sua sepoltura nella Minerva di Roma. E, quella finita, fece
Raffaello al detto Messer Baldassarri per la chiesa di Pescia, dove aveva
murato una capella di marmo, una sepoltura, et alla Consolazione di Roma
fece tre figure di marmo di mezzo rilievo in una capella. Ma datosi poi a
una certa vita più da filosofo che da scultore, si ridusse, amando di vivere
quietamente, a Orvieto, dove presa la cura della fabrica di Santa Maria, vi
fece molti acconcimi, trattenendovisi molti anni et invecchiando inanzi