Page 740 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dottamente che con verità l'Ariosto nel principio del XVII canto.
Ma tornando a Benedetto, fu peccato grandissimo che tante sue fatiche e

spese di quella Religione siano così sgraziatamente capitate male. Fu
ordine et architettura del medesimo la porta e vestibulo della Badia di
Firenze, e parimente alcune cappelle, et infra l'altre quella di Santo
Stefano, fatta dalla famiglia de' Pandolfini. Fu ultimamente Benedetto

condotto in Inghilterra a' servigi del re, al quale fece molti lavori di marmo
e di bronzo, e particolarmente la sua sepoltura, delle quali opere, per la
liberalità di quel re, cavò da poter vivere il rimanente della vita
acconciamente; per che tornato a Firenze, dopo aver finito alcune piccole

cose, le vertigini, che insino in Inghilterra gl'avevano cominciato a dar noia
a gl'occhi, et altri impedimenti causati, come si disse, dallo star troppo
intorno al fuoco a fondere i metalli, o pure d'altre cagioni, gli levarono in
poco tempo del tutto il lume degl'occhi. Onde restò di lavorare intorno

all'anno 1550 e di vivere pochi anni dopo. Portò Beneddetto con buona e
cristiana pacienza quella cecità negl'ultimi anni della sua vita, ringraziando
Dio che prima gl'aveva proveduto, mediante le sue fatiche, da poter vivere
onestamente. Fu Benedetto cortese e galantuomo e si dilettò sempre di

praticare con uomini virtuosi. Il suo ritratto si è cavato da uno che fu fatto
quando egli era giovine, da Agnolo di Donino. Il quale proprio è in sul
nostro libro de' disegni, dove sono anco alcune carte di mano di Benedetto
molto ben disegnate. Il quale per queste opere merita di essere fra questi

eccellenti artefici annoverato.


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