Page 741 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI BACCIO DA MONTE LUPO SCULTORE E DI RAFFAELLO SUO

FIGLIUOLO


Quanto manco pensano i popoli che gli straccurati delle stesse arti che e'
voglion fare, possino quelle già mai condurre ad alcuna perfezzione, tanto

più contra il giudizio di molti imparò Baccio da Monte Lupo l'arte della
scultura. E questo gli avvenne perché nella sua giovanezza sviato da' molti
piaceri quasi mai non istudiava; et ancora che da molti fusse sgridato e

sollecitato, nulla o poco stimava l'arte. Ma venuti gli anni della discrezione,
i quali arrecano il senno seco, gli fecero subitamente conoscere quanto egli
era lontano da la buona via. Per il che, vergognatosi dagli altri, che in tale
arte gli passavono innanzi, con bonissimo animo si propose seguitare et
osservare con ogni studio quello che con la infingardaggine sino allora

aveva fuggito. Questo pensiero fu cagione ch'egli fece nella scultura que'
frutti che la credenza di molti da lui più non aspettava.

Datosi dunque alla arte con tutte le forze et esercitandosi molto in quella,
divenne eccellente e raro. E ne mostrò saggio in una opera di pietra forte
lavorata di scarpello, in Fiorenza sul cantone del giardino appiccato col
palazzo de' Pucci; che fu l'arme di papa Leone X, dove son due fanciulli che

la reggono, con bella maniera e pratica condotti. Fece uno Ercole per Pier
Francesco de' Medici, e fugli allogato dall'Arte di porta Santa Maria una
statua di S. Giovanni Evangelista per farla di bronzo; la quale prima che

avesse, ebbe assai contrarii, perché molti maestri fecero modelli a
concorrenza. La quale figura fu posta poi sul canto di S. Michele in Orto,
dirimpetto all'ufficio. Fu questa opera finita da lui con somma diligenzia.
Dicesi che quando egli ebbe fatto la figura di terra, chi vide l'ordine delle
armadure e le forme fattele addosso, l'ebbe per cosa bellissima,

considerando il bello ingegno di Baccio in tal cosa; e quegli, che con tanta
facilità la videro gettare, diedero a Baccio il titolo di avere con grandissima
maestria saldissimamente fatto un bel getto. Le quali fatiche durate in quel

mestiero, nome di buono, anzi di ottimo maestro gli diedero, et oggi più
che mai da tutti gli artefici è tenuta bellissima questa figura. Mettendosi
anco a lavorare di legno, intagliò crocifissi grandi quanto il vivo, onde
infinito numero per Italia ne fece, e fra gli altri uno a' frati di San Marco in
Fiorenza sopra la porta del coro. Questi tutti sono ripieni di bonissima

grazia; ma pure ve ne sono alcuni molto più perfetti degli altri, come quello
delle Murate di Fiorenza et uno che è in San Pietro Maggiore, mon manco
lodato di quello. Et a' monaci di Santa Fiora e Lucilla ne fece un simile che

lo locarono sopra l'altar maggiore nella loro badia in Arezzo, che è tenuto
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