Page 748 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 748
VITA DI LORENZETTO SCULTORE ET ARCHITETTO FIORENTINO E
DI BOCCACCINO PITTORE CREMONESE
Quando la fortuna ha tenuto un pezzo a basso con la povertà la virtù di
qualche bell'ingegno, alcuna volta suole ravvedersi et in un punto non
aspettato procacciare a colui, che dianzi gl'era nimico, in varii modi
beneficii, per ristorare in un anno i dispetti e l'incomodità di molti.
Il che si vide in Lorenzo di Lodovico campanaio fiorentino, il quale si
adoperò così nelle cose d'architettura, come di scultura, e fu tanto amato
da Raffaello da Urbino, che non solo fu da lui aiutato et adoperato in molte
cose, ma ebbe dal medesimo per moglie una sorella di Giulio Romano,
discepolo di esso Raffaello. Finì Lorenzetto (che così fu sempre chiamato)
nella sua giovanezza, la sepoltura del cardinale Forteguerri, posta in San
Iacopo di Pistoia e stata già cominciata da Andrea del Verrocchio; e fra
l'altre cose vi è di mano di Lorenzetto una Carità che non è se non
ragionevole; e poco dopo fece a Giovanni Bartolini per il suo orto una
figura, la quale finita, andò a Roma, dove lavorò ne' primi anni molte cose,
delle quali non accade fare altra memoria.
Dopo, essendogli allogata da Agostino Ghigi per ordine di Raffaello da
Urbino, la sua sepoltura in Santa Maria del Popolo, dove aveva fabricato
una capella, Lorenzo si mise a questa opera con tutto quello studio,
diligenza e fatica che mai gli fu possibile, per uscirne con lode, per piacere
a Raffaello, dal quale poteva molti favori et aiuti sperare, e per esserne
largamente rimunerato dalla liberalità d'Agostino, uomo ricchissimo. Né
cotali fatiche furono se non benissimo spese, perché, aiutato dal giudizio di
Raffaello, condusse a perfezzione quelle figure, cioè un Iona ignudo uscito
del ventre del pesce, per la ressurezzione de' morti, et uno Elia, che col
vaso d'acqua e col pane subcinerizio vive di grazia sotto il ginepro. Queste
statue, dunque, furono da Lorenzo a tutto suo potere con arte e diligenza a
somma bellezza finite, ma egli non ne conseguì già quel premio che il
bisogno della sua famiglia e tante fatiche meritavano; perciò che avendo la
morte chiusi gl'occhi ad Agostino e quasi in un medesimo tempo a
Raffaello, le dette figure, per la poca pietà degl'eredi d'Agostino, se gli
rimasono in bottega dove stettono molti anni; pure oggi sono state messe
in opera nella detta chiesa di Santa Maria del Popolo alla detta sepoltura.
Lorenzo dunque, caduto d'ogni speranza per le dette cagioni, si trovò per
allora avere gettato il tempo e la fatica. Dovendosi poi essequire il
testamento di Raffaello gli fu fatta fare una statua di marmo di quattro
braccia d'una Nostra Donna, per lo sepolcro di esso Raffaello nel tempio di
Santa Maria Ritonda, dove per ordine suo fu restaurato quel tabernacolo.

