Page 753 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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non lavorando più maestro Piero in quel luogo, si mise Baldassarre in
bottega del padre di Maturino, pittore non molto eccellente, che in quel
tempo di lavori ordinarii aveva sempre molte cose da fare. Colui dunque,
messo innanzi a Baldassarre un quadro ingessato, gli disse, senza dargli

altro cartone o disegno, che vi facesse dentro una Nostra Donna.
Baldassarre, preso un carbone, in un tratto ebbe con molta pratica
disegnato quello che voleva dipignere nel quadro; et appresso, dato di
mano ai colori, fece in pochi giorni un quadro tanto bello e ben finito, che

fece stupire non solo il maestro della bottega, ma molti pittori che lo
videro. I quali conosciuta la virtù sua, furono cagione che gli fu dato a fare
nella chiesa di Santo Onofrio la capella dell'altar maggiore, la quale egli
condusse a fresco con molto bella maniera e con molta grazia. Dopo nella

chiesa di Santo Rocco a Ripa fece due altre capellette in fresco; per che
cominciato a essere in buon credito fu condotto a Ostia, dove nel Maschio
della Rocca dipinse di chiaro scuro in alcune stanze storie bellissime, e
particolarmente una battaglia da mano, in quella maniera che usavano di

combattere anticamente i Romani; et appresso uno squadrone di soldati
che danno l'assalto a una rocca, dove si veggiono i soldati con bellissima e
pronta bravura, coperti colle targhe, appoggiare le scale alla muraglia e
quelli di dentro ributtargli con fierezza terribile. Fece anco in questa storia

molti instrumenti da guerra antichi e similmente diverse sorti d'armi, et in
una sala molte altre storie tenute quasi delle migliori cose che facesse;
bene è vero, che fu aiutato in questa opera da Cesare da Milano.

Ritornato Baldassarre dopo questi lavori in Roma, fece amicizia strettissima
con Agostino Ghigi sanese, sì perché Agostino naturalmente amava tutti i
virtuosi e sì perché Baldassarre si faceva sanese, onde poté con l'aiuto di

tanto uomo trattenersi e studiare le cose di Roma, massimamente
d'architettura, nelle quali, per la concorrenza di Bramante, fece in poco
tempo maraviglioso frutto, il che gli fu poi, come si dirà, di onore e d'utile
grandissimo. Attese anco alla prospettiva e si fece in quella scienzia tale

che in essa pochi pari a lui abbiam veduti a' tempi nostri operare; il che si
vede manifestamente in tutte l'opere sue. Avendo intanto papa Giulio
Secondo fatto un corridore in palazzo e vicino al tetto un'ucelliera, vi
dipinse Baldassarre tutti i mesi di chiaro scuro e gl'essercizii che si fanno

per ciascun d'essi in tutto l'anno; nella quale opera si veggiono infiniti
casamenti, teatri, anfiteatri, palazzi et altre fabbriche con bella invenzione
in quel luogo accomodate; lavorò poi nel palazzo di San Giorgio, per il
cardinale Raffaello Riario vescovo d'Ostia, in compagnia d'altri pittori,

alcune stanze, e fece una facciata dirimpetto a Messer Ulisse da Fano e
similmente quella di esso Messer Ulisse, nella quale le storie che egli vi
fece d'Ulisse gli diedero nome e fama grandissima. Ma molto più gliene
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