Page 766 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mai di affaticarsi, né di studiare. E la natura, che l'aveva fatto nascere
pittore, operava tanto in lui che nel maneggiare i colori lo faceva con tanta
grazia, come se avesse lavorato cinquanta anni; onde Piero gli pose
grandissimo amore e sentiva incredibile piacere nell'udire che quando
aveva punto di tempo, e massimamente i giorni di festa, egli spendeva
tutto il dì insieme con altri giovani disegnando alla sala del papa, dove era
il cartone di Michelagnolo e quello di Lionardo da Vinci; e che superava,
ancor che giovanetto, tutti gl'altri disegnatori che, terrazzani e forestieri,
quasi senza fine vi concorrevano. In fra i quali piacque più che quella di
tutti gl'altri ad Andrea la natura e conversazione del Francia Bigio pittore, e
parimente al Francia quella d'Andrea; onde, fatti amici, Andrea disse al
Francia che non poteva più sopportare la stranezza di Piero già vecchio e
che voleva perciò torre una stanza da sé, la quale cosa udendo il Francia,
che era forzato a fare il medesimo, perché Mariotto Albertinelli suo
maestro aveva abbandonata l'arte della pittura, disse al suo compagno
Andrea che anch'egli aveva bisogno di stanza e che sarebbe con comodo
dell'uno e dell'altro ridursi insieme. Avendo essi addunque tolta una stanza
alla piazza del Grano, condussero molte opere di compagnia, una delle
quali furono le cortine che cuoprono l'altar maggior delle tavole de' Servi,
le quali furono allogate loro da un sagrestano, strettissimo parente del
Francia. Nelle quali tele dipinsero, in quella che è volta verso il coro, una
Nostra Donna Annunziata, e nell'altra, che è dinanzi, un Cristo diposto di
croce, simile a quello che è nella tavola che quivi era di mano di Filippo e
di Pietro Perugino.
Solevano ragunarsi in Fiorenza in capo della via Larga, sopra le case del
Magnifico Ottaviano de' Medici, dirimpetto all'orto di San Marco, gli uomini
della Compagnia che si dice dello Scalzo, intitolata in San Giovanni
Battista; la quale era stata murata in que' giorni da molti artefici fiorentini,
i quali fra l'altre cose vi avevano fatto di muraglia un cortile di prima giunta
che posava sopra alcune colonne non molto grandi; onde, vedendo alcuni
di loro che Andrea veniva in grado d'ottimo pittore, deliberarono, essendo
più ricchi d'animo che di danari, che egli facesse intorno a detto chiostro in
dodici quadri di chiaro scuro, cioè di terretta in fresco, dodici storie della
vita di San Giovanbatista; per lo che egli, messovi mano, fece nella prima
quando San Giovanni battezza Cristo, con molta diligenza e tanto buona
maniera, che gl'acquistò credito, onore e fama per sì fatta maniera, che
molte persone si voltarono a fargli fare opere, come a quello che
stimavano dover col tempo a quello onorato fine che prometteva il
principio del suo operare straordinario pervenire. E fra l'altre cose che egli
allora fece di quella prima maniera, fece un quadro che oggi è in casa di
Filippo Spini, tenuto per memoria di tanto artefice in molta venerazione. Né